Garantire la presa in carico assistenziale delle pazienti con diagnosi di sospetta o accertata neoplasia della mammella nelle diverse fasi di conferma diagnostica e terapia, al fine di migliorare la continuità dell’assistenza, in coerenza con le più attuali linee di ricerca scientifica. Il tutto grazie al lavoro svolto da un team multidisciplinare, composto dal chirurgo, dall’oncologo, dal radiologo, dal radioterapista e dalla figura del cosiddetto ‘Infermiere Case-manager (ICM)’, che rappresenta la figura responsabile del percorso terapeutico. E’ questo l’innovativo progetto avviato nel 2000 dall’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna: tra gli obiettivi quello di migliorare i tempi d’attesa dell’appropriato iter diagnostico-terapeutico, fissando gli standard aziendali, di migliorare gli aspetti informativi e comunicativi con la paziente e, infine, di ottimizzare e monitorare i livelli di qualità delle cure prestate, attraverso l’identificazione di indicatori di processo e di esito e la messa a punto di un sistema di raccolta e analisi dei dati. In Italia il tumore del seno è ilpiù frequente nel sesso femminile (uno su 10,80% oltre i 50 anni) e rappresenta il 25% di tutti i tumori che colpiscono le donne. Nello specifico, il percorso messo a punto dall’Azienda bolognese prevede fasi ben definite: si parte con l’accesso della paziente, e relativa prima valutazione che avviene prevalentemente per opera dei medici degli ambulatori di Oncologia Medica, e si prosegue con una valutazione diagnostica multidisciplinare. Successivamente, in caso di sospetta o accertata patologia neoplastica, la paziente viene indirizzata all’ambulatorio senologico interdisciplinare (ASI) per una precisa definizione diagnostica dei casi dubbi o non risolti o per un eventuale approfondimento multidisciplinare nei casi accertati. In quest’ultimo caso, se dalla valutazione del team emerge la necessità di approfondimento diagnostico, l’ICM provvede a programmare le indagini aggiuntive ritenute necessarie dagli specialisti del team, garantendo un accesso privilegiato per tali indagini. Contestualmente, durante la presa in carico della paziente, viene redatto il piano terapeutico multidisciplinare con lo scopo di individuare nel team i clinici di riferimento per la paziente, di concordare con lei i contenuti e gli obiettivi per la gestione della malattia e di assicurarle, in caso di necessità, il supporto psicologico. Grazie all’individuazione di un responsabile di percorso, l’Infermiere Case Manager, il progetto ha introdotto importanti cambiamenti, migliorando i tempi di attesa dell’iter diagnostico-terapeutico, riducendo i tempi di degenza al solo ricovero (le pazienti effettuano tutto l’iter diagnostico ambulatorialmente) e assicurando una maggiore chiarezza delle informazioni nel rapporto con la paziente. Da un punto di vista pratico, le visite all’ASI sono state più di 150 l’anno e il tempo necessario per l’accertamento diagnostico è risultato nell’80% dei casi al di sotto dei 15 giorni, mentre l’intervallo fra la diagnosi definitiva e l’eventuale intervento chirurgico non ha mai superato i 30 giorni. Un percorso virtuoso, dunque, dimostrato dal fatto che le pazienti perse al follow-up dei primi 5 anni -non viste per oltre 12 mesi- è inferiore al 5%. Il progetto non ha avuto sponsor esterni ma ha coinvolto l’Associazione “Con il seno di poi”, nata a Bologna nel 1999 e che raggruppa donne operate al seno e professionisti sanitari.