Report Ospedali sentinella – 5 aprile 2022

Report rilevazione ospedalizzati per COVID del 5/4/2022

La rilevazione N. 21 sui ricoverati per COVID-19 del 5/4/2022 include 19 nosocomi generalisti e quattro pediatrici.

Al focus sulle partorienti hanno contribuito 8 nosocomi.

I dati sono stati raccolti alle ore 8,00 del 5/4/2022 e sono relativi ai pazienti presenti sia nei reparti ordinari che nelle terapie intensive.

I pazienti ricoverati per COVID sono distinti dai pazienti ricoverati con COVID, con la seguente definizione operativa:

Ricoverati PER COVID = pazienti con infezione da SARS-COV-2 con segni clinici, laboratoristici e radiografici di interessamento delle basse vie aeree

Ricoverati CON COVID = pazienti con infezione accertata da SARS-COV-2, senza segni clinici, radiografici e laboratoristici di interessamento polmonare, il cui ricovero è determinato da altre patologie

Ricoverati totali adulti (età 18 e oltre) – 19 ospedali

Complessivamente i pazienti adulti ricoverati (PER COVID + CON COVID) sia in reparto ordinario che in terapia intensiva sono 1146 con un aumento rispetto alla settimana precedente del 3,6%, minore dell’aumento registrato la scorsa settimana, con la distribuzione che segue.

A1) Pazienti ricoverati PER COVID nei reparti di area medica, incluse le terapie sub intensive ed escluse le terapie intensive – 19 ospedali

Totale 506 (46,5% dei ricoverati in area COVID)

Femmine 44,3%            Maschi 55,7%

Range di età 21 – 99 anni

 % sul totaleEtà media pond.Comorbidità
Vaccinati75,5%77,480,9%
Non vaccinati24,5%71,380,5%

Vaccinati da meno di 120 giorni 48%

Vaccinati da 120 giorni e oltre 52%

A2) Pazienti ricoverati CON COVID nei reparti di area medica, incluse le terapie sub intensive ed escluse le terapie intensive – 19 ospedali

Totale 582 (53,5% dei ricoverati in area COVID)

Femmine 49,8% Maschi 50,2%

 % sul totaleEtà media pond.
Vaccinati82,8%74,0
Non vaccinati17,2%69,3

B1) Pazienti ricoverati PER COVID in terapia intensiva – 19 ospedali    

Totale 26 (44,8% dei ricoverati in area TI COVID)

Femmine 30,8%            Maschi 69,2%

 % sul totaleEtà media pond.ComorbiditàRange età
Vaccinati61,5%71,193,7%47 – 83
Non vaccinati38,5%67,370%47 – 85

Vaccinati da meno di 120 giorni 25%

Vaccinati da 120 giorni e oltre 75%

Vaccinati con tre dosi 10

B2) Pazienti ricoverati CON COVID in terapia intensiva – 19 ospedali

Totale 32 (55,2% dei ricoverati in area TI COVID)

Femmine 37,5%            Maschi 62,5%

 % totaleEtà media pond.
Vaccinati84,4%65,8
Non vaccinati15,6%52,6

40,7% con ciclo vaccinale completato da meno di 120 giorni

Terza dose di vaccino 21 soggetti

Commento e Interpretazione dei dati

Anche questa settimana si registra un aumento dei casi totali (+ 3,6%). Tuttavia la tendenza all’aumento sembra rallentare passando dal +10,6% di due settimane fa all’8,6% della settimana scorsa, al 3,6% attuale e riguarda solo i ricoveri ordinari.  

In ordinario questa settimana l’aumento è esclusivamente a carico dei PER COVID (+10%), mentre i CON COVID, pur restando la maggioranza sono diminuiti di 7 unità.

La percentuale di donne ricoverate PER COVID permane intorno al 40%. La percentuale dei vaccinati con ciclo completo continua a crescere (75,5%). Cala leggermente la proporzione di vaccinati da meno di 120 giorni (48%).

Le comorbidità fra i vaccinati permangono al di sopra dell’80% e si registra un valore analogo anche per i non vaccinati.

La differenza di età fra vaccinati e non si mantiene in oltre 5 anni.  

C’è una lieve diminuzione dei pazienti CON COVID che rappresentano il 53,5% dei ricoverati in ordinario in area COVID, in calo anche come proporzione rispetto ai PER COVID, ma restano l’impegno principale dell’assistenza in questa area. La quota dei vaccinati è superiore all’80% in questo gruppo, mentre permane una differenza di età fra vaccinati e non.

In Terapia intensiva la situazione è sostanzialmente stabile. Il numero dei pazienti PER COVID continua a diminuire sia pure di pochissimo (due pazienti in meno della scorsa settimana). Si conferma anche nelle terapie intensive COVID che non è questo il gruppo più numeroso (44,8% dei degenti)

La quota di donne resta molto bassa (30,8%).

La proporzione dei vaccinati è aumentata ancora attestandosi al 71,1%. Di questi la quota di comorbidità, come sempre, è altissima (un solo paziente non presenta comorbidità rilevanti). Fra i non vaccinati tale condizione è del 70%.

L’età media dei non vaccinati è di quattro anni circa più giovane.

Cala nettamente la proporzione dei vaccinati da meno di 120 giorni passando dal 52% al 25%, le persone vaccinate con terza dose scendono a 10 (meno 3).

Aumenta anche se di poco il gruppo dei ricoverati CON COVID in terapia intensiva (+3 unità) e aumenta la distanza con i PER COVID in termini di proporzioni (55,2%)

In questo gruppo si conferma una netta maggioranza di vaccinati (84,4%).  

Si nota anche questa settimana una cospicua presenza di soggetti vaccinati con terza dose (21). Tale dato non sorprende vista la grande presenza in terapia intensiva di soggetti comorbidi che hanno maggiori probabilità di aver praticato un ciclo vaccinale completo.

Le indicazioni principali dell’attuale rilevazione possono essere così sintetizzate.

  • La crescita dei ricoverati rallenta ulteriormente rispetto alla settimana scorsa e riguarda solo i ricoveri in ordinario. Questa settimana si registra un piccolo aumento dei ricoverati totali e uno più consistente di quelli in ordinario PER COVID. Si registra quindi un’inversione di tendenza nell’andamento dei ricoveri fra PER e CON, questi ultimi hanno fatto registrare un continuo aumento nel corso dell’ultimo mese, ma la rilevazione odierna ne attesta un lieve calo, mentre i PER fanno segnare un aumento di proporzioni maggiori rispetto al recente passato. I CON COVID tuttavia continuano a costituire la maggioranza dei ricoverati in ordinario in area COVID. Occorre riportare l’attenzione al fenomeno simile registrato nelle pediatrie con un calo dei CON e un aumento dei PER.  

I ricoverati in terapia intensiva invece diminuiscono fra i PER COVID ed aumentano leggermente fra i CON COVID, analogamente alla settimana precedente. I CON COVID restano la componente maggiore anche nelle terapie intensive oltre che in ordinario.

L’aumento delle infezioni sembra aver un impatto limitato sui ricoveri in ordinario e praticamente assente sulle terapie intensive.

Nelle classi di età pediatriche c’è un andamento altalenante non adeguatamente valutabile. Si sta verificando un lieve aumento dei ricoverati PER COVID mentre i CON COVID si dimezzano (vedi dopo).

  • Si conferma un lento progressivo aumento della proporzione di vaccinati fra i ricoverati. Ciò rinforza l’ipotesi di una non corretta tempistica della vaccinazione per alcuni di essi. Una quota di ricoveri fra i vaccinati può essere recuperata guadagnando in tempestività nella somministrazione del booster.

Il problema dei comorbidi, non ha ormai più bisogno di essere citato. Frequentemente sono destinati alle terapie intensive pur se protetti dalla vaccinazione. Anche fra i non vaccinati questa tipologia di pazienti risulta molto facilmente colpita anche da sintomatologia importante, ed è da recuperare alla vaccinazione.

I punti principali già indicati nei precedenti report e confermati dalla presente rilevazione sono:

  • Il minor burden a carico della popolazione femminile, e in particolare la netta differenza di proporzioni nelle intensive, depone per una minore suscettibilità delle donne verso le forme gravi.
  • La predisposizione dei pazienti con comorbidità costituisce un tema prioritario. Tale dato è ormai eclatante, quasi tutti i vaccinati in terapia intensiva presentano comorbidità e in ordinario solo il 9% dei pazienti ne era libero.  Si ribadisce l’estrema importanza di interventi di prevenzione primaria per le persone con comorbidità che, pur se coperte da dosi adeguate di vaccino, possono andare incontro a quadri di COVID gravi. Inoltre anche la quota di comorbidità fra i non vaccinati risulta essere molto alta, confermando la necessità di campagne informative dirette alle persone fragili che non si sono mai vaccinate. È possibile che una quota di disinformazione possa aver giocato nel rifiuto della vaccinazione per questi soggetti, il cui rischio è nettamente più alto.
  • I dati attuali confermano che la protezione vaccinale è rispettivamente crescente verso: l’infezione, l’ospedalizzazione, la terapia intensiva. Le differenze fra vaccinati e non sono evidenti nelle terapie intensive dei ricoverati PER COVID, meno nette fra i ricoverati PER COVID in ordinario, in cui, anche se la percentuale più alta è dei vaccinati, si è molto distanti dalla numerosità rispettiva delle due popolazioni di origine, mentre fra i ricoverati CON COVID ci si avvicina progressivamente alle proporzioni attese delle due categorie rispetto ai rispettivi bacini di popolazione di provenienza, pur rimanendone ancora distanti.
  • L’età dei ricoverati è mediamente più alta fra i vaccinati in tutti i gruppi. Le ipotesi fatte precedentemente circa le ragioni di questo restano aperte (interferenza dell’età sulla protezione vaccinale, collinearità fra età e comorbidità, diversa composizione per età delle due popolazioni).
  • La preponderanza dei casi CON COVID sia in area medica che nelle intensive, testimonia l’efficacia della protezione vaccinale da un lato e dall’altro la minor aggressività del virus attualmente circolante, determinando un aspetto nuovo dell’epidemia, rispetto al quale occorre organizzare adeguatamente l’assistenza. Come già più volte affermato, anche la corretta interpretazione epidemiologica dell’impatto della pandemia deve tenere in conto questo aspetto.

C) Ricoveri pediatrici – 5 ospedali

Complessivamente sono 57 i pazienti sotto i 18 anni ricoverati PER o CON COVID fra cui un caso di MIS-C. Non ci sono casi in terapia intensiva.

Torna a diminuire in queste classi di età il numero complessivo dei ricoverati. (-24%). Tuttavia i PER COVID in ordinario sono in leggero aumento (+18,1%). Le femmine continuano a essere in minoranza (38,5%). La classe di età più colpita si conferma quella fra 0 e 4 anni, la cui proporzione è in leggero aumento rispetto alla settimana passata (71,8%), mentre la quota dei più piccoli (fra 0 e sei mesi) è stabile (28,2% del totale).

Non varia molto il numero dei soggetti della classe di età fra i 5 e gli 11 anni: 9 e si registrano 2 casi sopra i 12 anni, di cui uno non vaccinato.

Degli 11 bambini di età fra 0 e 6 mesi cinque hanno la madre non vaccinata.

Sette dei ricoverati presentano comorbidità rilevanti

È stato riportato un caso di MIS-C.

I bambini ricoverati CON COVID sono 18, in brusco calo e, a differenza della settimana passata, costituiscono una minoranza dei ricoverati in area COVID pediatrica. Il 44% è nella classe 0 – 4 anni, si osservano cinque ricoverati fra i 5 e gli 11 anni e cinque sopra i 12 anni, tre dei quali non vaccinati.

In terapia intensiva non si registrano ricoveri pediatrici sia PER che CON COVID.

La componente CON COVID, che la settimana scorsa era la maggiore responsabile dell’aumento dei casi fra i bambini, in questa settimana segna invece una diminuzione netta.

Si conferma il dato continuamente altalenante in pediatria già registrato nel corso delle settimane precedenti, che non consente di fare valutazioni appropriate dei trend. Tuttavia i dati relativi ai PER COVID appaiono più stabili, mentre i CON COVID cambiano continuamente direzione.

Permane la situazione critica per i bambini più piccoli, da proteggere maggiormente attraverso la vaccinazione dei genitori. Infatti, che il COVID provochi quadri di maggior impegno nei bambini più piccoli è testimoniato anche dalle diverse proporzioni di soggetti della classe 0-4 anni nei PER COVID rispetto ai CON COVID in cui le numerosità delle varie classi d’età sono più vicine.

Fra i ragazzi sopra i 12 anni ricoverati la proporzione di vaccinati continua ad essere insoddisfacente.

D) Focus parti – 8 ospedali

Negli 8 ospedali partecipanti hanno partorito 256 donne di cui 27 (10,5%) con infezione da SARS-COV-2.

Complessivamente le donne vaccinate sono il 62,5%

La quota di vaccinate nelle donne senza infezione da SARS-COV-2 è il 61,6%

La quota di vaccinate nelle donne con infezione da SARS-COV-2 è il 70,4%

Nessuna delle donne con infezione aveva sintomatologia da COVID in atto.

Nessun neonato ha contratto l’infezione

L’ aumento dei casi di infezione osservata nella settimana precedente si intensifica, passa dal 7,2% delle partorienti al 10,5%

Non cambia la proporzione delle donne vaccinate in totale e nel gruppo delle donne senza infezione permanendo non ottimale. Si conferma una maggiore percentuale di donne vaccinate fra quelle con infezione da SARS COV-2, dato che sorprende, ma che è poco significativo riferendosi a numeri bassi.

Si ribadisce ancora il bisogno di interventi informativi e counselling da parte dei medici curanti e dei ginecologi per arrivare a coperture vaccinali ottimali.

Questo articolo è stato pubblicato in Ospedali sentinella e taggato , , , , .