AOU delle Marche
Contatti:
Via Conca 71 - 60126 Torrette Di Ancona AN
Direzione strategica
Armando Marco Gozzini
Direttore generale
Cinzia Cocco
Direttore amministrativo
Claudio Martini
Direttore sanitario
Nell’anno 1906 e nel cuore della Città, sorge l'Umberto I, antico ospedale a padiglioni immerso nel verde. Il 1 gennaio 1922 i degenti sono 237 di cui 104 uomini e 133 donne. Nel corso dell'anno i ricoveri saranno 2388, con una media giornaliera di sette nuovi ammalati. Sono in servizio 15 medici, 54 infermieri (uomini e donne), 20 monache, 9 lavandaie, 8 guardarobiere e 8 addetti ai servizi. Nell’anno 1930, l'Umberto I inizialmente comprende un reparto di medicina, uno di chirurgia, uno celtico ed un quarto per la cura della tubercolosi. Negli anni 60, si delibera di qualificare l'Umberto I come Ospedale Regionale e per trasferirvi l'intero complesso ospedaliero. La località scelta è Torrette. Nasce nell'Anno Accademico 1970-1971 la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università di Ancona. Inizia così un rapporto di collaborazione ed integrazione tra le due componenti ospedaliera ed universitaria che porterà all'assetto in seguito descritto. Una nuova realtà si sta sviluppando ad Ancona: l'Azienda Ospedaliera "Umberto I", Polo Ospedaliero e Universitario, istituita il 1° gennaio 1997.
L’A.O.U.OO.RR. si articola in tre presidi ospedalieri: Umberto I, G.M. Lancisi, G. Salesi. I presidi G.M. Lancisi e G. Salesi sono presidi ad alta specializzazione.
Missione aziendale
L’A.O.U.OO.RR. individua, alla luce dei suesposti principi, quali elementi costitutivi della propria missione istituzionale:
-improntare la propria attività al principio della centralità della persona in tutte le sue caratteristiche, fisiche, psichiche e sociali;
-improntare i processi alla cultura della prevenzione e della tutela della salute;
-valorizzare l’appropriatezza delle prestazioni e mantenere il tempo di attesa per la loro fruizione entro limiti che non ne inficino l’efficacia;
-utilizzare criteri etici nella scelta dei livelli appropriati di assistenza e nella valutazione delle attività;
-perseguire l’assenza di dolore nelle fasi di cura a tutela della qualità della vita e della dignità della persona;
-rendere disponibili percorsi assistenziali preferenziali alle categorie di cittadini più deboli o affetti da disabilità o patologie croniche di particolare gravità;
-favorire un rapporto con i cittadini improntato alla trasparenza;
-dare rilievo ai processi di comunicazione verso i cittadini, i soggetti in formazione e gli operatori, al fine di accrescere la condivisione dei valori etici e degli obiettivi dell’Azienda e di consentire una adeguata partecipazione;
-diffondere tra i propri utenti l’informazione, anche di natura bioetica, al fine di favorirne l’autonomia decisionale;
-favorire l’azione del Volontariato e dell’Associazionismo presenti nell’Azienda costituendo questi, per la stessa, opportunità e stimolo di crescita anche dal punto di vista qualitativo, collegamento con la realtà territoriale e con l’utenza;
-basare lo sviluppo delle proprie attività su programmi finalizzati a migliorare i percorsi assistenziali, anche formulando linee guida e definendo indicatori, in particolare di esito, delle attività cliniche, nell’ottica della valutazione delle metodologie e delle attività sanitarie;
-valorizzare il ruolo di tutti i professionisti nel governo clinico dell’Azienda;
-favorire l’attività di ricerca di base e clinica, quale fattore essenziale dello sviluppo e dell’innovazione della scienza medica e dell’innovazione;
-garantire l’attività didattica di tutti i corsi di studio istituiti presso la facoltà di Medicina e Chirurgia;
-dare risposta appropriata nel percorso assistenziale al fabbisogno di conoscenze e competenze relative ai diversi obiettivi formativi della Facoltà di Medicina e Chirurgia;
-accrescere costantemente la qualità professionale dei propri operatori, attraverso un processo di formazione e di aggiornamento continuo;
-promuovere tutti i possibili processi tesi a garantire la sicurezza dello studio e del lavoro nel contesto della propria attività e di quella che, comunque, si svolge nel proprio ambito;
-attribuire un ruolo, nella programmazione aziendale, al metodo del confronto con gli enti locali, le organizzazioni sindacali del Servizio Sanitario Nazionale e dell’Università, le associazioni di tutela dei cittadini e degli utenti, le associazioni del volontariato.