Covid, primo calo dei ricoveri negli ospedali Fiaso

Primo lieve calo dei ricoveri Covid negli ospedali. L’ultima rilevazione degli ospedali sentinella aderenti a Fiaso fa registrare -6,6% nell’ultima settimana. Dopo la sostanziale stabilità registrata il 19 dicembre, per la prima volta torna il segno meno nel bollettino.

La riduzione riguarda anche i casi Per Covid: i pazienti con sindromi respiratorie e polmonari che hanno fatto ricorso al ricovero in ospedale sono calati del 8%. I ricoverati Con Covid, ovvero coloro che sono in ospedale per altre cause senza sintomi respiratori rilevanti da riferire al coronavirus, si riducono anch’essi del 5% e continuano a rappresentare i tre quarti dei ricoverati adulti con infezione da Sara Cov-2. L’età media di questi pazienti è di 76 anni. In terapia intensiva resta basso il numero degli accessi, con un’incidenza complessiva sui ricoverati covid del 3,2%. Si tratta per lo più di pazienti fragili, età media 70 anni, affetti da altre patologie che aggravano il quadro clinico.

Stabile la situazione negli ospedali pediatrici, con un leggero aumento dei bambini ricoverati Per Covid, ovvero con sindromi respiratorie riconducibili all’infezione da Sars Cov-2. Non ci sono bambini in terapia intensiva e i ricoveri continuano a concentrarsi nell’80% dei casi nella fascia di età tra 0-4 anni.

“Sono dati ancora interlocutori – spiega il presidente della Fiaso, Giovanni Migliore – potremmo assistere a oscillazioni nelle prossime settimane. Il periodo natalizio, infatti, può aver in qualche modo influito sulla decisione di accedere all’ospedale e il gran numero di virus alternativi circolante può aver avuto un ruolo competitivo. Occorre comprendere quindi l’influenza dei fattori concomitanti prima di trarre conclusioni”. 



“Quello che possiamo confermare in positivo è l’esiguo numero di accessi in terapia intensiva anche se purtroppo si accentua la proporzione di anziani fragili che ormai domina il quadro generale dei ricoverati. La vaccinazione avrebbe potuto proteggerli dalle conseguenze gravi della malattia e dal ricovero”, conclude Migliore.

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