Fiaso chiude la due giorni sui Grandi ospedali a Careggi

L’evento, di cui la Federazione è project partner, riunisce le eccellenze della sanità

Petralia: “Abbiamo un’eccellenza sanitaria ma per mantenerla occorre una certezza: il Fondo sanitario deve essere ancorato al Pil”

Nicora: Negli ultimi 25 anni i grandi ospedali hanno saputo adattarsi all’innovazione e hanno imparato a servire al meglio il cittadino, con un’attenzione ad equità, appropriatezza e sostenibilità”

Si è tenuta oggi la giornata di chiusura dell’evento Grandi Ospedali, promosso dall’Azienda ospedaliero universitaria di Careggi a Firenze e di cui Fiaso è project partner. L’iniziativa, organizzata da Koncept, riunisce eccellenze private e pubbliche della sanità, esponenti istituzionali e professionisti di diversi settori medici e dell’assistenza.

Fra i relatori, Paolo Petralia, Vicepresidente vicario di Fiaso, che ha sottolineato come “I Grandi Ospedali assorbono circa un quarto sia dei costi del sistema sanitario nazionale che del personale. Nelle grandi realtà viene concentrata quindi la casistica e il valore dei professionisti, è qui che risiede un grande patrimonio di competenze e capacità, che dobbiamo diffondere anche ad altre realtà per fare insieme ricerca, formazione e percorsi di filiera assistenziale con i professionisti in movimento.

Le risorse sono necessarie – ha proseguito – e non solo quelle economiche, ma anche quelle umane. Le aziende sanitarie sono le prime per laureati nel Paese, ma abbiamo problemi di reclutamento e di vocazioni: i posti nei corsi di laurea e di specializzazione nel settore vanno ancora in parte deserti, dobbiamo quindi muoverci anche verso una riforma culturale. Al tempo stesso servono fondi, ma abbiamo ancora costi importanti tra Covid ed energia. Serve efficientare e rendere il sistema più sostenibile. Fiaso ha proposto che l’8% del Pil vada alla sanità, perché l’Italia è tra i Paesi europei quella che ha meno risorse in proporzione al Pil. Abbiamo un’eccellenza sanitaria ma per mantenerla occorre una certezza: il Fondo sanitario deve essere ancorato al Pil”.

A Carlo Nicora, Vicepresidente di Fiaso e Direttore generale dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, è stata affidata la lectio magistralis di chiusura, che ha dato spazio a considerazioni sul passato e proposte sul futuro sul tema “Grandi Ospedali e aziendalizzazione: dal modello competitivo al modello cooperativo”.

“I grandi ospedali racchiudono tre componenti di una sanità globale: l’assistenza di eccellenza, la ricerca di qualità e la formazione sul campo – ha dichiarato Nicora -. Negli ultimi 25 anni, da quando sono state introdotte le aziende, i grandi ospedali hanno saputo adattarsi a una metamorfosi in cui pochi avrebbero scommesso, anche alla luce della velocità dell’innovazione. In questo lasso di tempo, enti intermedi, piattaforme aziendali, comunità di pratica, sistemi di management e reti professionali hanno contribuito a spingere gli ospedali italiani a servire al meglio il cittadino, con un’attenzione ad equità, appropriatezza e sostenibilità”.

Secondo Nicora, più che del passaggio da un modello competitivo a uno cooperativo, occorre aprire a un nuovo modello, quello della coopetizione: una strategia che coniuga le caratteristiche di competizione e cooperazione fra aziende, e che prevede una parziale convergenza di interessi, la condivisione di risorse, di competenze e di buone pratiche gestionali cliniche, ma mantenendo sempre qualche elemento di concorrenzialità quale motore della spinta interna ad eccellere.

“Si tratta di un nuovo obiettivo – conclude Nicora – che prevede per le direzioni strategiche di riorganizzarsi, riallocare servizi, ripensare modelli di erogazione, sviluppare l’uso della tecnologia moderna, gestire in modo più attento e diverso il personale. Obiettivo che le aziende sanitarie, grazie alla capacità dei suoi manager, hanno perseguito finora e perseguiranno anche in futuro.

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