Fiaso, direzioni sanitarie valutino obbligo mascherine per operatori sanitari sulla base dei rischi, reparto per reparto, a tutela dei fragili

“Serve inoltre un provvedimento per risolvere il contenzioso delle aziende sanitarie e ospedaliere con operatori no vax sospesi”

“La caduta dell’obbligo delle mascherine all’interno degli ospedali non esonera comunque le aziende sanitarie e ospedaliere dal rispetto della legge sull’igiene e la sicurezza dei luoghi di lavoro che comporta una valutazione del rischio, reparto per reparto, che riguarda non solo il rischio Covid ma anche quello influenzale o relativo ad altri virus. Ecco perché le direzioni sanitarie stanno valutando, sulla base dei DVR aziendali, l’obbligo per gli operatori sanitari di indossare le mascherine quando sono a contatto con i pazienti o in determinati ambienti ospedalieri. L’obiettivo è quello di mantenere il massimo di sicurezza nei reparti per i fragili e per gli operatori. Saranno le direzioni sanitarie dunque a individuare, sulla base degli ambienti ospedalieri e dei reparti, l’eventuale obbligo: come avviene per gli operai nei cantieri che hanno l’obbligo di indossare il caschetto, così in alcuni ambienti ospedalieri medici, infermieri e operatori sanitari potrebbero avere quello di indossare la mascherina quando sono impegnati nell’assistenza dei pazienti”. Così Giovanni Migliore, presidente di Fiaso, sulla imminente scadenza dell’obbligo di indossare mascherine negli ospedali. 

“Le aziende sanitarie e ospedaliere negli ultimi mesi di pandemia hanno messo in atto il percorso che la normativa vigente ci ha indicato rispetto alla sospensione degli operatori no vax, sospensione avvenuta sulla base della verifica dei requisiti per l’esercizio della professione effettuata dagli ordini professionali e notificata alle aziende – prosegue Migliore -. La stragrande maggioranza degli operatori sanitari così come tutta la comunità scientifica crede all’importanza delle vaccinazioni che sono state un presidio fondamentale per superare la pandemia, eppure quella quota minima di operatori sanitari no vax  sospesi ha determinato un significativo contenzioso che si è stratificato nelle aziende e che appesantisce la gestione amministrativa. Chiediamo al governo un intervento chiaro normativo, che non lasci spazi a interpretazioni, per la risoluzione del contenzioso e per poter utilizzare tutte le risorse possibili per assicurare l’assistenza”.

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