Gestione del rischio in sanità, alla Scuola superiore Sant’Anna un convegno per discutere delle sfide e delle opportunità a 5 anni dalla Legge Gelli

D’Urso (Fiaso): “Forte il contributo di Fiaso sul tema della gestione del rischio. Dalla survey rivolta alle Aziende emergono i punti di forza e debolezza: investire sulla professionalità dei comitati di valutazione dei sinistri e sulla medicina legale”

Si è discusso di gestione del rischio e responsabilità professionale nel corso del convegno Autoritenzione del rischio in sanità. Sfide e opportunità a cinque anni dall’entrata in vigore della legge 24/2017, che si è tenuto il 9 novembre a Pisa, e che è stato organizzato dal Laboratorio management e sanità (MeS) della Scuola superiore Sant’Anna di Pisa, in collaborazione con Agenas.

Al centro dell’evento, la questione della sicurezza delle cure e della responsabilità professionale, il risarcimento del danno in caso di evento avverso da medical malpractice e le scelte assicurative compiute in merito dalle Regioni e dalle Province autonome. In particolare, si è discusso in modo approfondito delle sfide e delle opportunità dell’autoritenzione del rischio, vale a dire quel modello di gestione del rischio sanitario attuato attraverso accantonamenti annuali in conto economico da parte degli enti pubblici, al fine di costituire un fondo per far fronte al pagamento dei sinistri in sanità.

Antonio D’Urso, Direttore generale della Azienda Usl Toscana Sud Est e Vicepresidente di Fiaso, intervenuto in rappresentanza della Federazione, ha sottolineato il forte impegno di Fiaso sul tema della gestione del rischio da parte delle Aziende sanitarie e ospedaliere, “a partire dal contributo fornito con la stesura di alcuni degli articoli della Legge Gelli-Bianco: la questione relativa alla sicurezza delle cure e la responsabilità professionale è cruciale per il nostro Ssn e auspichiamo venga diventi ancor di più oggetto di approfondimento pubblico”.

“Fiaso ha inoltre dato il suo contributo operativo realizzando una survey che ha coinvolto 77 Aziende e grazie alla quale sono emersi i punti di forza e di debolezza della gestione del rischio – ha proseguito D’Urso -. Ragionando sui dati raccolti è stato possibile vedere con maggiore chiarezza come occorre muoversi per raggiungere il controllo ottimale del rischio nelle Aziende, a partire dalla necessità di investire sulla professionalità dei comitati di valutazione dei sinistri e sulla medicina legale, ma anche di procedere all’integrazione delle competenze. Il risk management è infatti un tema complesso, che va analizzato attraverso expertise diverse: igienisti, medici legali, esperti di qualità, ma anche e soprattutto le figure che operano sul campo, clinici e infermieri”.

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