Giù i parti Covid: in una settimana -25%

L’analisi di Fiaso su 8 ospedali sentinella mostra una riduzione delle partorienti positive

Migliore: “Ancora scarsa l’adesione alla vaccinazione in gravidanza: serve contributo dei ginecologi”

Cala nettamente, in linea con la discesa dei ricoveri, il numero dei parti Covid. Nell’ultima settimana la percentuale di pazienti gravide che ha contratto l’infezione da Sars-Cov-2 e ha partorito con il Covid si è ridotta del 25%.

È quanto emerge dalla rilevazione Fiaso relativa al periodo 8-15 febbraio in otto ospedali aderenti alla rete sentinella.

Su un totale di 226 parti monitorati nei reparti di Ginecologia e Ostetricia delle 8 strutture sanitarie, 18 sono avvenuti in area Covid. Una settimana fa, invece, su 236 parti, 24 erano relativi a donne con il virus. A oggi, dunque, solo l’8% delle mamme ha partorito con il Covid.

Tra le donne risultate positive al momento del parto, il 33% non era vaccinato e il 6% aveva sviluppato sindromi respiratori e polmonari tipici della malattia da Covid.

È stata analizzata anche la condizione vaccinale di tutte le partorienti, sia le donne positive al virus sia le donne senza infezione: la percentuale delle vaccinate era solo del 57%. Di contro, il 43% delle donne in attesa e in procinto di partorire non aveva ancora fatto la profilassi vaccinale contro il virus Sars-Cov-2. “In linea con il calo delle ospedalizzazioni, si riducono significativamente anche i parti Covid. Dopo il picco registrato tre settimane fa nei reparti di Ostetricia, stiamo assistendo a una rapida discesa del numero di future mamme che entrano in sala parto affette dal virus. Non cambia, invece, la scarsa adesione alla campagna vaccinale da parte delle donne incinte: poco più della metà sono vaccinate, mentre alla restante metà non è stata somministrata nemmeno una dose. Voglio lanciare alla SIGO (Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia) un appello per promuovere una campagna di formazione e sensibilizzazione rivolta ai medici ginecologi affinché parlino con le pazienti della necessità della vaccinazione contro il Sars-Cov-2 in gravidanzacommenta il presidente di Fiaso, Giovanni Migliore -. Il vaccino in gravidanza non presenta rischi ma bisogna dirlo in maniera chiara e deve farlo il ginecologo di fiducia proponendo alla paziente questa opportunità, perché, altrimenti, la donna incinta percepisce il non detto. Per le mamme che hanno già partorito, invece, che si vaccinino almeno adesso, dopo il parto, per proteggere il neonato nei primi mesi di vita, dato che non ha a disposizioni gli anticorpi trasmessi dalla madre”.

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