Report Ospedali sentinella – 1 marzo 2022

Report rilevazione ospedalizzati per COVID del 1/3/2022

La rilevazione N. 16 sui ricoverati per COVID-19 del 1/3/2022 include 19 nosocomi generalisti e quattro pediatrici.

Al focus sulle partorienti hanno contribuito 8 nosocomi.

I dati sono stati raccolti alle ore 8,00 del 1/3/2022 e sono relativi ai pazienti presenti sia nei reparti ordinari che nelle terapie intensive.

I pazienti ricoverati per COVID sono distinti dai pazienti ricoverati con COVID, con la seguente definizione operativa:

Ricoverati PER COVID = pazienti con infezione da SARS-COV-2 con segni clinici, laboratoristici e radiografici di interessamento delle basse vie aeree.

Ricoverati CON COVID = pazienti con infezione accertata da SARS-COV-2, senza segni clinici, radiografici e laboratoristici di interessamento polmonare, il cui ricovero è determinato da altre patologie.

È stata raccolta la data dall’ultima vaccinazione (meno di 120 giorni e oltre 120 giorni) ma alcuni ospedali, limitatamente ai ricoveri ordinari, non sono stati in grado di rilevarlo.

Ricoverati totali adulti (età 18 e oltre) – 19 ospedali

Complessivamente i pazienti ricoverati (PER COVID + CON COVID) sia in reparto ordinario che in terapia intensiva sono 1.157 in netto ribasso rispetto alla settimana precedente (1.475) con la distribuzione che segue.

A1) Pazienti ricoverati PER COVID nei reparti di area medica, incluse le terapie sub intensive ed escluse le terapie intensive – 19 ospedali

Totale 559 (53,1% dei ricoverati in area COVID)

Femmine 40,4% Maschi 59,6%

Range di età 18 – 101 anni

 % sul totaleEtà media pond.Comorbidità
Vaccinati63,5%74,691,8%
Non vaccinati36,5%68,977%

Dei 339 pazienti per cui l’informazione sul tempo dall’ultima vaccinazione è stato rilevato risultano:

Vaccinati da meno di 120 giorni 56,3%

Vaccinati da 120 giorni e oltre 43,7%

A2) Pazienti ricoverati CON COVID nei reparti di area medica, incluse le terapie sub intensive ed escluse le terapie intensive – 19 ospedali

Totale 493 (46,9% dei ricoverati in area COVID)

Femmine 51%

 % sul totaleEtà media pond.
Vaccinati76,5%73,9
Non vaccinati23,5%71,6

B1) Pazienti ricoverati PER COVID in terapia intensiva – 19 ospedali    

Totale 79 (75,2% dei ricoverati in area TI COVID)

Femmine 25,3% Maschi 74,7%

 % sul totaleEtà media pond.ComorbiditàRange età
Vaccinati46,8%68,189,1%43 – 92
Non vaccinati53,2%62,650%28 – 84

Vaccinati da meno di 120 giorni 40,5%

Vaccinati da 120 giorni e oltre 59,5%

Vaccinati con tre dosi 18

B2) Pazienti ricoverati CON COVID in terapia intensiva – 19 ospedali

Totale 26 (24,8% dei ricoverati in area TI COVID)

Femmine 53,8% Maschi 46,2%

 % totaleEtà media pond.
Vaccinati65,4%70,2
Non vaccinati34,6%64,8

38,5% con ciclo vaccinale completato da meno di 120 giorni

Commento e Interpretazione dei dati

Si osserva un calo generalizzato in tutti i gruppi di ricoverati esaminati. Il totale dei pazienti adulti in area COVID è diminuito del 21,5% rispetto alla settimana precedente, una riduzione maggiore di quanto osservato con la scorsa rilevazione.

In regime ordinario fra i ricoverati PER COVID si nota un calo ancora più consistente (-28,8%).

La quota di donne continua ad essere stabile intorno al 40%, mentre continua la leggera salita della percentuale dei vaccinati con ciclo completo e la proporzione dei vaccinati da meno di 120 giorni.

Si conferma la notevole proporzione di comorbidità fra i vaccinati ed è un connotato stabile di questa popolazione.

Anche la differenza di età fra vaccinati e non è un dato consolidato.

Continua anche la discesa dei ricoverati CON COVID (- 12,3%) anche questa riduzione, anche se meno evidente rispetto ai PER COVID, è maggiore di quanto fatto registrare la scorsa settimana. I CON COVID ormai sono prossimi a raggiungere i PER COVID in termini di numerosità contando attualmente per il 47% circa dei ricoverati in area medica COVID. Si conferma la differenza con i PER COVID quanto a proporzioni fra donne e uomini, qui la minor presenza di donne non c’è, anzi le quote si invertono sia pure di poco. La quota dei vaccinati rimane la più alta in questo gruppo, mentre permane una differenza di età fra vaccinati e non, anche se più limitata rispetto ad altri gruppi.

In Terapia intensiva il decremento fra i PER COVID è del 14,1%, che conferma il trend in calo, sia pure in misura meno importante rispetto ai ricoverati in ordinario.

La quota di donne permane decisamente bassa (25,3%).

I vaccinati sono in leggera crescita rispetto alla settimana scorsa passando dal 40,2% al 46,8%. Rispetto alla presenza di comorbidità si ripetono i dati osservati precedentemente (89,1% fra i vaccinati, 50% fra i non vaccinati).

Il 40,5% dei vaccinati lo è da meno di 120 giorni e permangono 18 persone vaccinate con terza dose.

A differenza della settimana passata cala anche il gruppo dei ricoverati CON COVID in terapia intensiva che rappresenta il 24,8% dei ricoverati in tali reparti, in riduzione. Anche in questo caso, come in ordinario sono maggiormente rappresentati i vaccinati.  

Rispetto alle precedenti settimane le indicazioni specifiche dell’attuale rilevazione sono in linea con quanto già osservato e sono le seguenti.

  • Il calo dell’impatto dell’epidemia continua in misura piuttosto netta in ordinario come in terapia intensiva e riguarda sia i pazienti ricoverati PER COVID che i pazienti ricoverati CON COVID.
  • Il trend anche nelle classi di età pediatriche continua a scendere anche dopo il nettissimo calo registrato la settimana precedente. Si riducono anche i pazienti CON COVID. Il fenomeno si concentra fra i bambini più piccoli (vedi dopo).  
  • Si continua ad osservare un trend in crescita dei ricoverati che hanno effettuato l’ultima dose di vaccino da meno di 120 giorni. Come già ribadito precedentemente tale fenomeno va analizzato meglio, forse anche tramite una rilevazione ad hoc dei vari casi (ultima dose da pochi giorni, terza dose in ritardo, non protezione per comorbidità, fallimenti vaccinali).

Per il resto vale la pena ribadire i punti principali già indicati nei precedenti report ovvero.

  • Il calo più netto fra le donne e fra le persone sane è confermato. La continua registrazione di una percentuale di donne inferiore al 30% nelle terapie intensive e intorno al 40% nei reparti ordinari non può essere considerata casuale e depone per una minore suscettibilità delle donne verso le forme gravi, pur essendo l’infezione equamente ripartita fra i due sessi, come si intuisce dalla parità fra i due generi fra i ricoverati CON COVID.
  • La predisposizione dei pazienti con comorbidità, che, anche se vaccinati, possono andare incontro a forme gravi, costituisce un tema prioritario. La lieve crescita della proporzione dei vaccinati in terapia intensiva va letta in parallelo all’andamento delle comorbidità e in relazione al rallentamento della pandemia. In altri termini, il virus gira di meno ed è meno aggressivo, dunque colpisce in modo più severo le persone più suscettibili, quelle con comorbidità, che sono più numerose fra i vaccinati.
  • È evidente la protezione vaccinale rispettivamente crescente verso: l’infezione, l’ospedalizzazione, la terapia intensiva. Le differenze fra vaccinati e non sono evidenti nelle terapie intensive dei ricoverati PER COVID, meno nette fra i ricoverati PER COVID in ordinario, ma sempre assai distanti dalla numerosità rispettiva delle due popolazioni, mentre fra i ricoverati CON COVID ci si avvicina alle proporzioni attese delle due categorie rispetto ai rispettivi bacini di popolazione di provenienza, pur rimanendone distanti.
  • L’età dei ricoverati è mediamente più alta fra i vaccinati. Osserviamo tale fenomeno sia fra i ricoverati PER COVID che CON COVID. Le ragioni di questo possono essere molteplici: l’ipotesi che l’età sia un fattore interferente con la protezione vaccinale, la collinearità fra età e comorbidità, ma anche la possibile diversa composizione per età delle popolazioni dei vaccinati e dei non vaccinati.
  • Cresce la percentuale dei ricoverati CON COVID rispetto a quelli PER COVID in area medica (47%) mentre rimane intorno al 25% nelle terapie intensive. Questo fenomeno testimonia una situazione in cui l’efficacia della protezione vaccinale da un lato e dall’altro la minor aggressività del virus attualmente circolante determinano un aspetto nuovo dell’epidemia, rispetto al quale occorre organizzare adeguatamente l’assistenza. Come già più volte affermato, anche la corretta interpretazione epidemiologica dell’impatto della pandemia deve tenere in conto questo aspetto.
  • Si ribadisce l’estrema importanza di un intervento vaccinale verso i fragili non vaccinati, e di interventi di prevenzione primaria per le persone con comorbidità che, pur se coperte da dosi adeguate di vaccino, possono andare incontro a quadri di COVID gravi. Se si riuscisse a prevenire la maggior parte dei casi nelle persone con comorbidità, i quadri gravi e i ricoveri in intensiva PER COVID sarebbero un fenomeno residuale.

C) Ricoveri pediatrici – 7 ospedali

Complessivamente sono 52 i pazienti sotto i 18 anni ricoverati PER o CON COVID di cui 3 in terapia intensiva, e 4 pazienti con MIS-C.

In queste classi di età si registra un nuovo calo del numero dei ricoverati in ordinario (-25,7%) e due soli ricoverati PER COVID più uno CON COVID nelle terapie intensive.

Nei reparti ordinari i ricoverati PER COVID sono 30, tre meno della settimana precedente il 53,3% femmine e il 46,7% maschi. La percentuale nettamente maggiore (80%) è nella classe di età 0-4 anni, la cui proporzione è di nuovo in crescita rispetto alla settimana precedente. La quota dei più piccoli (fra 0 e sei mesi) è il 33% del totale e costituisce poco meno della metà dei bambini della classe 0-4 anni.

Si riduce il numero dei soggetti delle altre classi di età: sono in tutto 4 fra i 5 e gli 11 anni e 2 fra i 12 e i 18 di cui uno non vaccinato.

6 bambini presentano comorbidità rilevanti

Sono stati diagnosticati 4 casi di MIS-C.

I bambini ricoverati CON COVID sono 19, in deciso calo rispetto alla settimana passata. 7 sono nella classe 0 – 4 anni, 9 fra i 5 e gli 11 anni e 3 sopra i 12 anni nessuno dei quali vaccinato.

In terapia intensiva troviamo due bambini sotto i sei mesi di cui uno con entrambi i genitori non vaccinati e l’altro con la madre non vaccinata.

Un’altra bambina è in terapia intensiva CON COVID ricoverata per altri motivi, sotto i sei mesi di età.

La classe di età più giovane è la più colpita, tale dato costante nel tempo indica la necessità di proteggere i bambini più piccoli, soprattutto attraverso la vaccinazione dei genitori. Anche se i casi diminuiscono, l’attenzione verso i soggetti più piccoli rimane prioritaria.

Anche per i casi pediatrici occorre mettere in atto gli opportuni interventi organizzativi rispetto ai nuovi profili di patologia che si presentano (pazienti CON COVID).

Fra i ragazzi sopra i 12 anni i casi sono pochi e si concentrano sui soggetti non vaccinati.

Permane la situazione rassicurante circa i ricoveri in terapia intensiva.

D) Focus parti – 8 ospedali

Negli 8 ospedali partecipanti hanno partorito 263 donne di cui 18 (6,8%) con infezione da SARS-COV-2. Complessivamente le donne vaccinate sono il 58,9%

La quota di vaccinate nelle donne senza infezione da SARS-COV-2 è il 58%

La quota di vaccinate nelle donne con infezione da SARS-COV-2 è il 72,2%

Nessuna delle donne con infezione aveva sintomatologia in atto.

Nessun neonato ha contratto l’infezione

La diminuzione delle donne che partorisce con infezione da SARS-COV-2 in atto dal 7,7% al 6,8% e il leggero aumento complessivo delle donne a termine di gravidanza vaccinate (58,9% vs 57,7%) anche se sono piccoli scostamenti indicano un lento ma costante miglioramento della situazione.

Tuttavia la percentuale delle donne vaccinate permane bassa e si conferma l’opportunità di campagne informative e counselling da parte dei medici curanti e dei ginecologi.

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