Report Ospedali sentinella – 15 febbraio 2022

Report rilevazione ospedalizzati per COVID del 15/2/2022

La rilevazione N. 14 sui ricoverati per COVID-19 del 15/2/2022 include 19 nosocomi generalisti e quattro pediatrici.

Si è mantenuto il focus sulle partorienti con la partecipazione di 8 nosocomi.

I dati sono stati raccolti alle ore 8,00 del 15/2/2022 e sono relativi ai pazienti presenti sia nei reparti ordinari che nelle terapie intensive.

I pazienti ricoverati per COVID sono distinti dai pazienti ricoverati con COVID, con la seguente definizione operativa:

Ricoverati per COVID = pazienti con infezione da SARS-COV-2 con segni clinici, laboratoristici e radiografici di interessamento delle basse vie aeree

Ricoverati con COVID = pazienti con infezione accertata da SARS-COV-2, senza segni clinici, radiografici e laboratoristici di interessamento polmonare, il cui ricovero è determinato da altre patologie

È stata raccolta la data dall’ultima vaccinazione (meno di 120 giorni e oltre 120 giorni) ma alcuni ospedali, limitatamente ai ricoveri ordinari, non sono stati in grado di rilevarlo.

Ricoverati totali adulti (età 18 e oltre) – 19 ospedali

Complessivamente i pazienti ricoverati (PER COVID + CON COVID) sia in reparto ordinario che in terapia intensiva sono 1675 in ribasso rispetto alla settimana precedente (2.025) con la distribuzione che segue.

A1) Pazienti ricoverati per COVID nei reparti di area medica, incluse le terapie sub intensive ed escluse le terapie intensive – 19 ospedali

Totale 932 (60,4% dei ricoverati in area COVID)

Femmine 40%   Maschi 60%

 % sul totaleEtà media pond.Comorbidità
Vaccinati55%75,892%
Non vaccinati45%70,675%

Dei 494 pazienti per cui l’informazione sul tempo dall’ultima vaccinazione è stato rilevato risultano:

Vaccinati da meno di 120 giorni 53,8%.

Vaccinati da 120 giorni e oltre 46,2%.

A2) Pazienti ricoverati con COVID nei reparti di area medica, incluse le terapie sub intensive ed escluse le terapie intensive – 19 ospedali

Totale 610 (39,6% dei ricoverati in area COVID)

Femmine 48,5%            

 % sul totaleEtà media pond.
Vaccinati76,7%74,8
Non vaccinati23,3%68,8

B1) Pazienti ricoverati per COVID in terapia intensiva – 19 ospedali    

Totale 103 (77,4% dei ricoverati in area TI COVID)

Femmine 23%   Maschi 77%

 % sul totaleEtà media pond.Comorbidità
Vaccinati44,6%66,789,1%
Non vaccinati55,4%60,757,8%

Vaccinati da meno di 120 giorni 52%

Vaccinati da 120 giorni e oltre 48%

B2) Pazienti ricoverati con COVID in terapia intensiva – 19 ospedali

Totale 30 (22,5% dei ricoverati in area TI COVID)

Femmine 37%   Maschi 63%

 % totaleEtà media pond.
Vaccinati70%69,9
Non vaccinati30%63,4

18 soggetti con terza dose di vaccino.

40% con ciclo vaccinale completato da meno di 120 giorni.

Commento e Interpretazione dei dati

Il totale dei pazienti ricoverati nelle aree COVID è diminuito nettamente rispetto alla settimana precedente (-17,3%).

La diminuzione in reparto ordinario è del 16,4% e in terapia intensiva del 26,1%.

In regime ordinario fra i ricoverati PER COVID si nota un calo del 16,8%, la quota di donne è leggermente diminuita, come anche la quota dei vaccinati con ciclo completo. Sale ancora la proporzione dei vaccinati da meno di 120 giorni.

È confermata una percentuale altissima di comorbidità fra i vaccinati in area medica, che sale anche fra i non vaccinati. Si osserva la costante differenza di età fra vaccinati e non di circa 5 anni.

A differenza della settimana precedente diminuiscono anche i ricoverati CON COVID (- 15,9%) a testimonianza di un rallentamento brusco dell’epidemia. Questo gruppo rappresenta circa il 40% dei ricoverati in area COVID. A differenza dei ricoverati PER COVID qui si annullano le diverse proporzioni fra donne e uomini. La quota dei vaccinati rimane la più alta in questo gruppo, mentre si conferma la differenza di età fra vaccinati e non.

In Terapia intensiva il decremento fra i PER COVID è molto chiaro, maggiore anche di quello osservato la settimana precedente (-24,8%).

La quota di donne si conferma intorno al 23%.

I vaccinati sono leggermente aumentati e ammontano al 44,6% con una notevole presenza di comorbidità (89,1%). Nettamente diversa la quota di comorbidità fra i non vaccinati (57,8%). Il 52% dei vaccinati lo è da meno di 120 giorni e si contano 21 persone con terza dose fatta.

Anche in terapia intensiva decresce il numero di ricoverati CON COVID che rappresenta il 22,5% dei ricoverati in tali reparti, leggermente meno della settimana passata. Anche in questo caso, come in ordinario sono maggiormente rappresentati i vaccinati.  

Rispetto alle indicazioni delle precedenti settimane le novità di questa rilevazione riguardano:

  • Il netto calo dell’impatto dell’epidemia che si manifesta sia per i ricoverati PER che CON COVID sia in terapia intensiva che in ordinario.
  • Tale diminuzione non riguarda le classi di età pediatriche (si veda dopo) in cui il dato è stabile, con qualche diminuzione fra i bambini più grandi, ma con un peggioramento della situazione nella classe di età fra 0 e 4 anni. Crollano tuttavia i ricoveri in terapia intensiva.
  • La costante conferma della predisposizione dei pazienti con comorbidità, che anche se vaccinati possono andare incontro a forme gravi. Il dato relativo alla crescita della proporzione dei vaccinati in terapia intensiva va letto in parallelo all’andamento delle comorbidità, in aumento, e in relazione al rallentamento della pandemia. In altri termini, il virus gira di meno e colpisce in modo più severo le persone più suscettibili, quelle con comorbidità, che sono più numerose fra i vaccinati.
  • La crescita dei ricoverati che hanno effettuato l’ultima dose di vaccino da meno di 120 giorni va analizzata meglio. Si confondono vari casi in questo gruppo: quelli che hanno effettuato l’ultima dose da pochi giorni, quelli che con terza dose effettuata in ritardo e quelli non protetti per problemi di comorbidità, oltre ai possibili fallimenti vaccinali.

Per il resto si confermano i punti già indicati nei precedenti report con alcuni rinforzi e piccole modifiche ovvero:

  • L’epidemia è in calo più rapido rispetto alla settimana precedente e più netto in terapia intensiva.
  • Il calo è nettissimo fra le donne e fra le persone sane. L’estrema differenza fra i sessi depone per una minore suscettibilità delle donne verso le forme gravi, pur essendo l’infezione equamente ripartita fra i due sessi, come si intuisce dalla parità fra i due generi fra i ricoverati CON COVID.
  • È evidente la protezione vaccinale rispettivamente crescente verso: l’infezione, l’ospedalizzazione, la terapia intensiva. Le differenze fra vaccinati e non sono evidenti nelle terapie intensive dei ricoverati PER COVID, meno nette fra i ricoverati PER COVID in ordinario, ma sempre assai distanti dalla numerosità rispettiva delle due popolazioni, mentre fra i ricoverati CON COVID ci si avvicina alle proporzioni attese delle due categorie rispetto ai rispettivi bacini di popolazione di provenienza, rimanendone tuttavia distanti.
  • L’età dei ricoverati è mediamente più alta di circa 5 anni fra i vaccinati. Osserviamo tale fenomeno sia fra i ricoverati PER COVID che CON COVID. Le ragioni di questo possono essere molteplici: l’ipotesi che l’età sia un fattore interferente con la protezione vaccinale, la collinearità fra età e comorbidità, ma anche la possibile diversa distribuzione di tale variabile nelle popolazioni dei vaccinati e dei non vaccinati.
  • Si conferma la fondamentale osservazione del diverso andamento dei ricoverati PER e CON COVID. Questi ultimi sono il 40% dei ricoverati in area COVID e il 22,5% in terapia intensiva. Sebbene questi numeri stiano calando, le proporzioni rimangono alte. È ribadita la necessità di mettere in atto gli interventi opportuni per l’organizzazione degli ospedali rispetto a tale fenomeno. Come già più volte affermato, anche la corretta interpretazione epidemiologica dell’impatto della pandemia deve tenere in conto questa dinamica.
  • Sono di estrema importanza: un intervento vaccinale verso i fragili non vaccinati, e un intervento di prevenzione primaria per le persone con comorbidità che, pur se coperte da dosi adeguate di vaccino, possono andare incontro a quadri di COVID gravi. Se si riuscisse a prevenire la maggior parte dei casi nelle persone con comorbidità, i quadri gravi e i ricoveri in intensiva PER COVID sarebbero un fenomeno residuale.

C) Ricoveri pediatrici – 7 ospedali

Anche per i ricoveri pediatrici si sono distinti i pazienti ricoverati PER COVID e CON COVID sia in reparti ordinari che in terapia intensiva.

Complessivamente sono 109 i pazienti sotto i 18 anni ricoverati PER o CON COVID di cui 1 in terapia intensiva, e 10 pazienti con MIS-C.

In queste classi di età si registra una stabilità nel numero dei ricoverati in ordinario e una netta diminuzione nelle terapie intensive (da 8 a 1 bambino).

Nei reparti ordinari i ricoverati PER COVID sono 73 (5 in più della settimana scorsa) il 31,5% femmine e il 68,5% maschi. La percentuale di gran lunga maggiore (83,6%) è nella classe di età 0-4 anni e di questi quasi il 40% ha meno di 6 mesi di vita.

Diminuiscono i soggetti nella classe 5-11 ammontando a 6 in questa rilevazione e se ne contano 6 anche nella classe 12 – 18 di cui 5 non vaccinati.

Dei 23 bambini sotto i sei mesi, 4 hanno entrambi i genitori non vaccinati e altri 9 la madre non vaccinata.

Il 38% dei bambini presenta comorbidità rilevanti

I bambini ricoverati CON COVID sono 34, 12 nella classe 0 – 4 anni, 9 fra i 5 e gli 11 anni e 13 sopra i 12 anni di cui 10 non vaccinati.

In terapia intensiva troviamo 1 sola bambina della classe di età 0 – 4.

Un’altra bambina è in terapia intensiva CON COVID ricoverata per altri motivi.

Sia i ricoverati PER COVID che i CON COVID sono stabili, si nota la netta prevalenza delle classi d’età più piccole, mentre è abbastanza evidente che i ricoveri dei ragazzi fra i 12 e i 18 anni riguardano soprattutto i non vaccinati.

A questa situazione di stabilità fa eccezione la terapia intensiva i cui ricoverati crollano. Permangono un solo soggetto PER COVID e uno CON COVID. Questo dato rassicura indicando la rarità dei casi molto gravi nei bambini.

Tuttavia il notevole numero di bambini molto piccoli (il 31,5% è fra 0 e 6 mesi e le due bambine in terapia intensiva sono sotto l’anno) suggerisce di porre molta attenzione verso questi soggetti. Oltre la metà di questi bambini ha la madre non vaccinata e 4 di essi nessun genitore vaccinato. Questo dato letto assieme ai dati riportati sulle gravide, deve indurre a una maggiore informazione verso le donne in gravidanza.   

D) Focus parti – 8 ospedali

Negli 8 ospedali partecipanti hanno partorito 226 donne di cui 18 (8%) con infezione da SARS-COV-2.  

La quota di vaccinate nelle donne senza infezione da SARS-COV-2 è il 56,7%.

La quota di vaccinate nelle donne con infezione da SARS-COV-2 è il 66,7%.

Una delle donne con infezione aveva sintomatologia in atto.

Nessun neonato ha contratto l’infezione.

Continua la diminuzione delle donne che partorisce con infezione da SARS-COV-2 in atto passando dal 10% al 8%. Il minor impatto della pandemia è rilevabile anche in questa popolazione.

La percentuale delle vaccinate permane bassa anche se è cresciuta fra le donne con infezione da SARS-COV-2. I numeri tuttavia sono piccoli per trarre delle indicazioni.

Si ribadisce l’opportunità di campagne informative e counselling da parte dei medici curanti e dei ginecologi.

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