Report Ospedali sentinella – 15 marzo 2022

Report rilevazione ospedalizzati per COVID del 15/03/2022

La rilevazione N. 18 sui ricoverati per COVID-19 del 15/3/2022 include 19 nosocomi generalisti e quattro pediatrici.

Al focus sulle partorienti hanno contribuito 8 nosocomi.

I dati sono stati raccolti alle ore 8,00 del 15/3/2022 e sono relativi ai pazienti presenti sia nei reparti ordinari che nelle terapie intensive.

I pazienti ricoverati per COVID sono distinti dai pazienti ricoverati con COVID, con la seguente definizione operativa:

Ricoverati PER COVID = pazienti con infezione da SARS-COV-2 con segni clinici, laboratoristici e radiografici di interessamento delle basse vie aeree

Ricoverati CON COVID = pazienti con infezione accertata da SARS-COV-2, senza segni clinici, radiografici e laboratoristici di interessamento polmonare, il cui ricovero è determinato da altre patologie

Ricoverati totali adulti (età 18 e oltre) – 19 ospedali

Complessivamente i pazienti adulti ricoverati (PER COVID + CON COVID) sia in reparto ordinario che in terapia intensiva sono 920 in ribasso rispetto alla settimana precedente (– 5,1%) con la distribuzione che segue.

A1) Pazienti ricoverati PER COVID nei reparti di area medica, incluse le terapie sub intensive ed escluse le terapie intensive – 19 ospedali

Totale 393 (46,4% dei ricoverati in area COVID)

Femmine 48,3% Maschi 51,7%

Range di età 23 – 99 anni

 % sul totaleEtà media pond.Comorbidità
Vaccinati63,9%71,490,0%
Non vaccinati36,1%71,874%

Vaccinati da meno di 120 giorni 54,6%

Vaccinati da 120 giorni e oltre 45,4%

A2) Pazienti ricoverati CON COVID nei reparti di area medica, incluse le terapie sub intensive ed escluse le terapie intensive – 19 ospedali

Totale 453 (53,6% dei ricoverati in area COVID)

Femmine 45,9% Maschi 54,1%

 % sul totaleEtà media pond.
Vaccinati79,9%73,2
Non vaccinati20,1%70,9

B1) Pazienti ricoverati PER COVID in terapia intensiva – 19 ospedali    

Totale 56 (75,7% dei ricoverati in area TI COVID)

Femmine 34%   Maschi 66%

 % sul totaleEtà media pond.ComorbiditàRange età
Vaccinati41,1%67,695,6%34 – 80
Non vaccinati58,9%60,463,6%29 – 87

Vaccinati da meno di 120 giorni 43,5%

Vaccinati da 120 giorni e oltre 56,5%

Vaccinati con tre dosi 10

B2) Pazienti ricoverati CON COVID in terapia intensiva – 19 ospedali

Totale 18 (24,3% dei ricoverati in area TI COVID)

Femmine 44,4% Maschi 55,6%

 % totaleEtà media pond.
Vaccinati83,3%68,8
Non vaccinati16,7%65,0

60% con ciclo vaccinale completato da meno di 120 giorni

Commento e Interpretazione dei dati

La discesa dei casi rallenta rispetto al periodo precedente e non riguarda tutti i gruppi presi in considerazione. Il totale dei pazienti adulti in area COVID è diminuito del 5,1% rispetto alla settimana precedente, una riduzione nettamente minore di quella osservata con la scorsa rilevazione.

In regime ordinario fra i ricoverati PER COVID si nota un calo più consistente (-11,7%).

La quota di donne è in risalita avvicinandosi alla parità. È leggermente più alta la percentuale dei vaccinati con ciclo completo (63,9%). Permane piuttosto alta la proporzione dei vaccinati da meno di 120 giorni.

La comorbidità fra i vaccinati continua ad essere intorno al 90%.

La differenza di età fra vaccinati sparisce in questa rilevazione: le due medie ponderate risultano simili.  

C’è invece una risalita dei ricoverati CON COVID (+ 1,8%).

È rilevante osservare che i pazienti CON COVID sono ormai la maggioranza dei ricoverati in area COVID. Ormai il 53,6% dei ricoverati in area COVID lo è per motivi diversi dalla patologia in questione.  La quota dei vaccinati è la più alta in questo gruppo, mentre permane una modesta differenza di età fra vaccinati e non.

In Terapia intensiva il numero dei pazienti PER COVID è stabile (uno in meno rispetto all’8 marzo).

La quota di donne permane bassa (34%) pur essendo in aumento rispetto alle scorse rilevazioni.

La proporzione dei vaccinati è in leggera diminuzione rispetto alla scorsa rilevazione attestandosi al 41,1%.  La presenza di comorbidità è imponente. Si può affermare che tutti i pazienti vaccinati (tranne uno) presentano comorbidità rilevanti. Fra i non vaccinati tale condizione è del 63,6%.

A differenza dei ricoverati in regime ordinario, l’età media dei non vaccinati permane nettamente più bassa rispetto ai vaccinati.

Il 43,5% dei vaccinati lo è da meno di 120 giorni, mentre le persone vaccinate con terza dose scendono a 10.

Cala di poco il gruppo dei ricoverati CON COVID in terapia intensiva che rappresenta il 24,3% dei ricoverati in tali reparti. In questo gruppo si conferma una chiara maggioranza di vaccinati (83,3%).  

Si nota anche una proporzione importante di vaccinati con ultima dose risalente a meno di 120 giorni (60%) anche se inferiore a quella registrata l’8 marzo.

Le indicazioni principali dell’attuale rilevazione sono le seguenti.

  1. Il calo dell’impatto dell’epidemia rallenta in modo deciso. Per i PER COVID si osserva un calo nei ricoveri ordinari e una stabilità nelle terapie intensive. Il fenomeno rilevante è l’aumento dei casi CON COVID che diventano ormai la maggioranza dei ricoverati in area COVID. Tale fenomeno non riguarda le terapie intensive dove sono i PER COVID a rappresentare una netta maggioranza.

L’andamento dell’epidemia sembra far rilevare che l’aumento delle infezioni osservato in questi giorni dalle fonti nazionali, si rifletta, con una certa latenza, sui ricoveri, andando ad incidere soprattutto, se non esclusivamente, sui casi non sintomatici e al momento molto poco sui ricoverati PER COVID.

Anche nelle classi di età pediatriche la risalita dei casi è totalmente ascrivibile ai CON COVID, mentre la situazione generale appare in leggero miglioramento (nessun ricoverato in terapia intensiva).

  • Occorre segnalare che la quota di donne è aumentata, avvicinandosi alla parità nei ricoverati in ordinario. C’è un avvicinamento alla quota dei maschi anche nelle terapie intensive, pur restando le percentuali nettamente distanti. Anche le differenze per età fra vaccinati e non, costantemente presenti nelle precedenti rilevazioni, sono scomparse fra i ricoverati in ordinario, mentre permane nelle intensive. Inoltre la quota dei vaccinati in ricovero ordinario continua la sua risalita. Resta alta la proporzione di ricoverati che hanno effettuato l’ultima dose di vaccino da meno di 120 giorni.

I punti principali già indicati nei precedenti report e confermati dalla presente rilevazione sono:

  •  Il minor burden a carico della popolazione femminile, anche se c’è qualche segnale di inversione di tendenza. Tuttavia la netta differenza di proporzioni nelle intensive depone per una minore suscettibilità delle donne verso le forme gravi.
  • La predisposizione dei pazienti con comorbidità costituisce un tema prioritario. Tale dato è ormai eclatante, fra i vaccinati in terapia intensiva solo un paziente non aveva comorbidità e in ordinario solo il 10% dei pazienti ne era libero.  Si ribadisce l’estrema importanza di interventi di prevenzione primaria per le persone con comorbidità che, pur se coperte da dosi adeguate di vaccino, possono andare incontro a quadri di COVID gravi, oltre a un intervento vaccinale verso i fragili non vaccinati.
  • I dati attuali confermano che la protezione vaccinale è rispettivamente crescente verso: l’infezione, l’ospedalizzazione, la terapia intensiva. Le differenze fra vaccinati e non sono evidenti nelle terapie intensive dei ricoverati PER COVID, meno nette fra i ricoverati PER COVID in ordinario, in cui, anche se la percentuale più alta è dei vaccinati, si è molto distanti dalla numerosità rispettiva delle due popolazioni di origine, mentre fra i ricoverati CON COVID ci si avvicina progressivamente alle proporzioni attese delle due categorie rispetto ai rispettivi bacini di popolazione di provenienza, pur rimanendone ancora distanti.
  • L’età dei ricoverati è mediamente più alta fra i vaccinati in tutti i gruppi tranne che nei ricoverati in ordinario in cui per la prima volta le età di vaccinati e non si equivalgono. Le ipotesi fatte precedentemente circa le ragioni di questo restano aperte (interferenza dell’età sulla protezione vaccinale, collinearità fra età e comorbidità, diversa composizione per età delle due popolazioni).
  • La preponderanza dei casi CON COVID in area medica, testimonia l’efficacia della protezione vaccinale da un lato e dall’altro la minor aggressività del virus attualmente circolante, determinando un aspetto nuovo dell’epidemia, rispetto al quale occorre organizzare adeguatamente l’assistenza. Come già più volte affermato, anche la corretta interpretazione epidemiologica dell’impatto della pandemia deve tenere in conto questo aspetto.

C) Ricoveri pediatrici – 7 ospedali

Complessivamente sono 65 i pazienti sotto i 18 anni ricoverati PER o CON COVID di cui uno in terapia intensiva.

In queste classi di età si registra una stabilità del numero dei ricoverati PER COVID in ordinario e una sola bambina ricoverata CON COVID nelle terapie intensive.

Nei reparti ordinari i ricoverati PER COVID sono 26, uno meno della settimana precedente il 46,1% femmine e il 53,9% maschi. La classe di età più colpita continua ad essere quella fra 0 e 4 anni, la cui proporzione è tuttavia minore rispetto alla settimana passata (61,5%). Anche la quota dei più piccoli (fra 0 e sei mesi) rimane alta (34,6% del totale).

In leggera crescita è il numero dei soggetti della classe di età fra i 5 e gli 11 anni: 7 e si registrano 3 casi di cui uno non vaccinato fra i ragazzi sopra i 12 anni.

Dei 9 bambini di età fra 0 e 6 mesi 5 hanno entrambi i genitori non vaccinati.

8 bambini presentano comorbidità rilevanti.

Non sono stati riportati casi di MIS-C.

I bambini ricoverati CON COVID sono 38, in netto aumento rispetto alla settimana passata. Il 36,8% è nella classe 0 – 4 anni, un pari numero si osserva fra i 5 e gli 11 anni e 10 casi sono sopra i 12 anni 5 dei quali non vaccinati.

In terapia intensiva non troviamo ricoverati PER COVID, una bambina sotto i sei mesi è in terapia intensiva CON COVID ricoverata per altri motivi, i genitori non sono vaccinati.

La classe di età più giovane rimane la più colpita, tale dato costante nel tempo indica la necessità di proteggere i bambini più piccoli, soprattutto attraverso la vaccinazione dei genitori. Che il COVID provochi quadri di maggior impegno nei bambini più piccoli è testimoniato anche dalle diverse proporzioni di soggetti della classe 0-4 anni nei PER COVID rispetto ai CON COVID in cui le numerosità delle varie classi d’età sono molto vicine.

Si ripete per completezza che anche per i casi pediatrici occorre mettere in atto gli opportuni interventi organizzativi rispetto ai nuovi profili di patologia che si presentano, un campanello d’allarme in tal senso è l’aumento netto dei piccoli CON COVID.

Fra i ragazzi sopra i 12 anni i casi si concentrano sui soggetti non vaccinati.

Un dato importante è l’assenza di piccoli ricoverati in terapia intensiva PER COVID.  

D) Focus parti – 8 ospedali

Negli 8 ospedali partecipanti hanno partorito 238 donne di cui 15 (6,3%) con infezione da SARS-COV-2. Complessivamente le donne vaccinate sono il 67,6%

La quota di vaccinate nelle donne senza infezione da SARS-COV-2 è il 68,1%

La quota di vaccinate nelle donne con infezione da SARS-COV-2 è il 60,0%

Nessuna delle donne con infezione aveva sintomatologia in atto.

Nessun neonato ha contratto l’infezione.

Aumenta, anche se di poco rispetto alla scorsa rilevazione, la proporzione delle donne vaccinate in totale e nel gruppo delle donne senza infezione. Diminuisce invece fra le donne con infezione da SARS-COV-2.

Risulta stabile il numero dei casi di infezione (6,3%).

Anche se la percentuale delle donne vaccinate è ancora bassa, conforta il progressivo aumento di tale proporzione.

Per arrivare a numeri ottimali occorrono ancora interventi informativi e counselling da parte dei medici curanti e dei ginecologi.

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