Report Ospedali sentinella – 26 aprile 2022

Report rilevazione ospedalizzati per COVID del 26/4/2022

La rilevazione N. 24 sui ricoverati per COVID-19 del 26/4/2022 include 19 nosocomi generalisti e quattro pediatrici.

Al focus sulle partorienti hanno contribuito 8 nosocomi.

I dati sono stati raccolti alle ore 8,00 del 26/4/2022 e sono relativi ai pazienti presenti sia nei reparti ordinari che nelle terapie intensive.

I pazienti ricoverati per COVID sono distinti dai pazienti ricoverati con COVID, con la seguente definizione operativa:

Ricoverati PER COVID = pazienti con infezione da SARS-COV-2 con segni clinici, laboratoristici e radiografici di interessamento delle basse vie aeree

Ricoverati CON COVID = pazienti con infezione accertata da SARS-COV-2, senza segni clinici, radiografici e laboratoristici di interessamento polmonare, il cui ricovero è determinato da altre patologie

Ricoverati totali adulti (età 18 e oltre) – 19 ospedali

Complessivamente i pazienti adulti ricoverati (PER COVID + CON COVID) sia in reparto ordinario che in terapia intensiva sono 1112 con un modesto aumento (+3,5%) rispetto alla settimana precedente. La distribuzione è la seguente.

A1) Pazienti ricoverati PER COVID nei reparti di area medica, incluse le terapie sub intensive ed escluse le terapie intensive – 19 ospedali

Totale 487 (45,5% dei ricoverati in area COVID)

Femmine 40,7%            Maschi 59,3%

Range di età 18 – 99 anni

 % sul totaleEtà media pond.Comorbidità
Vaccinati77,4%76,880,6%
Non vaccinati22,6%73,774,5%

Vaccinati da meno di 120 giorni 50,9%

Vaccinati da 120 giorni e oltre 49,1%

A2) Pazienti ricoverati CON COVID nei reparti di area medica, incluse le terapie sub intensive ed escluse le terapie intensive – 19 ospedali

Totale 582 (54,5% dei ricoverati in area COVID)

Femmine 47,9% Maschi 52,1%

 % sul totaleEtà media pond.
Vaccinati83,2%72,8
Non vaccinati16,8%69,3

B1) Pazienti ricoverati PER COVID in terapia intensiva – 19 ospedali    

Totale 20 (46,5% dei ricoverati in area TI COVID)

Femmine 45%   Maschi 55%

 % sul totaleEtà media pond.ComorbiditàRange età
Vaccinati65%58,792,3%27- 81
Non vaccinati35%75,3100%67 – 83

Vaccinati da meno di 120 giorni 7,7%

Vaccinati da 120 giorni e oltre 92,3%

Vaccinati con tre dosi 9

B2) Pazienti ricoverati CON COVID in terapia intensiva – 19 ospedali

Totale 23 (53,5% dei ricoverati in area TI COVID)

Femmine 34,8%            Maschi 65,2%

 % totaleEtà media pond.
Vaccinati78,3%63,9
Non vaccinati21,7%58,4

44,4% con ciclo vaccinale completato da meno di 120 giorni

Terza dose di vaccino 18 soggetti

Commento e Interpretazione dei dati

La diminuzione netta dei casi registrata la settimana scorsa non è confermata in questa rilevazione che mostra un lieve aumento dei casi totali (+ 3,5%). Questa settimana osserviamo un aumento in ordinario del 4% dei PER COVID e del 5,4% dei CON COVID.

Di segno opposto sono le terapie intensive dove si registra un calo sia dei PER COVID (-33,3%) che dei CON COVID (-4,1%).  

La percentuale di donne ricoverate in ordinario PER COVID permane intorno al 40%.

La percentuale dei vaccinati con ciclo completo è piuttosto alta ed è leggermente cresciuta rispetto alla scorsa rilevazione (77,4%).

Le comorbidità fra i vaccinati persistono in gran numero come anche fra i non vaccinati.

La differenza di età fra vaccinati e non si riduce leggermente.  

Un aumento è registrato anche fra i pazienti in ordinario CON COVID che restano la maggioranza dei ricoverati in ordinario in area COVID e costituiscono l’impegno principale dell’assistenza in questa area. La quota dei vaccinati è dell’83,2% in questo gruppo.

In Terapia intensiva la situazione è in diminuzione, sia i PER COVID, di oltre il 30%,che, in misura minore, dei CON COVID che calano di una unità. Il gruppo dei pazienti PER COVID non costituisce più la maggioranza dei ricoverati nelle terapie intensive COVID.

La quota di donne si alza questa settimana raggiungendo il 45% nei PER COVID in intensiva.

La proporzione dei vaccinati si abbassa (65%) e quella dei non vaccinati torna ai livelli di qualche mese fa.  

Da notare un ribaltamento della media dell’età fra vaccinati e non vaccinati con una differenza di ben 17 anni in meno dei vaccinati. Evidentemente alcuni soggetti molto giovani fra questi ultimi abbassano la media.

La quota di comorbidità si conferma altissima sia fra i vaccinati che fra i non vaccinati dove raggiunge il 100%.

Fra i CON COVID si conferma una maggioranza di vaccinati (78,3%).  

Si nota che tutti i vaccinati in questo gruppo sono coperti da tre dosi di vaccino. Tale dato va interpretato alla luce della massiccia presenza in terapia intensiva di soggetti comorbidi che, a causa della loro condizione, hanno maggiori probabilità di aver praticato un ciclo vaccinale completo.

Le indicazioni principali dell’attuale rilevazione possono essere così sintetizzate.

  1. Si può affermare che la fase di calo dei ricoveri ha subito un arresto. L’andamento dei ricoveri, in netto calo la settimana scorsa, subisce una piccola inversione, che sembrerebbe provvisoria e probabilmente legata al periodo di vacanza. Viceversa il calo nelle terapie intensive, non solo non si arresta ma si rafforza piuttosto nettamente.
  2. Nelle classi di età pediatriche la diminuzione della settimana precedente non è confermata, anzi si assiste a una ripresa abbastanza evidente che fa supporre la continuazione dell’andamento altalenante in queste classi di età (vedi dopo).
  3. Rimane alta la proporzione di vaccinati fra i ricoverati ed anche dei vaccinati con terza dose. È verosimile che una non corretta tempistica della vaccinazione sia una concausa del fenomeno, e quindi una quota di ricoveri fra i vaccinati può essere recuperata guadagnando in tempestività nella somministrazione del booster.

È ormai assodata la delicata situazione dei comorbidi, ormai quasi unici ospiti delle terapie intensive.

I punti principali già indicati nei precedenti report e confermati dalla presente rilevazione sono:

  •  Il minor burden a carico della popolazione femminile, e in particolare la netta differenza di proporzioni nelle intensive, depone per una minore suscettibilità delle donne verso le forme gravi.
  • La situazione dei pazienti con comorbidità costituisce un tema prioritario. Ormai circa il 100% degli ospiti delle terapie intensive presenta comorbidità rilevanti e anche in ordinario si osservano percentuali altissime.  

Ciò detta indicazioni molto precise: a) necessità di un’adeguata copertura vaccinale per i soggetti fragili, con la giusta tempistica, ivi inclusa la somministrazione della quarta dose e recupero dei non vaccinati con fragilità b) necessità di predisporre interventi di prevenzione primaria per le persone con comorbidità che, pur se coperte da dosi adeguate di vaccino, possono andare incontro a quadri di COVID gravi.

  • I dati attuali confermano che la protezione vaccinale è rispettivamente crescente verso: l’infezione, l’ospedalizzazione, la terapia intensiva. Le differenze fra vaccinati e non sono evidenti nelle terapie intensive dei ricoverati PER COVID, meno nette fra i ricoverati PER COVID in ordinario, in cui, anche se la percentuale più alta è dei vaccinati, si è distanti dalla numerosità rispettiva delle due popolazioni di origine, mentre fra i ricoverati CON COVID ci si avvicina progressivamente alle proporzioni attese delle due categorie rispetto ai rispettivi bacini di popolazione di provenienza, pur rimanendone ancora distanti.
  • L’età dei ricoverati è mediamente più alta fra i vaccinati in tutti i gruppi. Le ipotesi fatte precedentemente circa le ragioni di questo restano aperte (interferenza dell’età sulla protezione vaccinale, collinearità fra età e comorbidità, diversa composizione per età delle due popolazioni).
  • La preponderanza dei casi CON COVID sia in area medica che nelle intensive testimonia l’efficacia della protezione vaccinale da un lato e dall’altro la minor aggressività del virus attualmente circolante, determinando un aspetto nuovo dell’epidemia, rispetto al quale occorre organizzare adeguatamente l’assistenza. Anche la corretta interpretazione epidemiologica dell’impatto della pandemia deve tenere in conto questo aspetto.

C) Ricoveri pediatrici – 7 ospedali

Complessivamente sono 65 i pazienti sotto i 18 anni ricoverati PER o CON COVID fra cui due casi di MIS-C e tre bambini ricoverati in terapia intensiva due PER COVID e uno CON COVID.

La situazione subisce un peggioramento rispetto alla settimana scorsa con un aumento complessivo dei ricoverati molto netto (+54,8%). I PER COVID in ordinario sono 35, in aumento (+40%). Le femmine, contrariamente a quanto osservato finora, sono in maggioranza (57,1%). Si conferma la prevalenza di casi nelle classi d’età più giovani (68,6% nella classe 0 – 4) ma in misura meno netta rispetto alla settimana scorsa, si riscontra anche un aumento dei bambini sotto i sei mesi (40% del totale). Questa settimana l’epidemia torna a colpire anche i ragazzi più grandi ne troviamo 8 fra 5 e 11 anni e tre nella classe 12 – 18, di cui due non vaccinati.

Dei 14 bambini di età fra 0 e 6 mesi cinque hanno entrambi i genitori non vaccinati e uno la madre non vaccinata.

Ben otto dei ricoverati presentano comorbidità rilevanti.

Sono riportati due casi di MIS-C.

I bambini ricoverati CON COVID sono 27, anche questi in aumento dopo il calo della settimana scorsa, e continuano ad essere una minoranza dei ricoverati in area COVID pediatrica. Il 51,8% è nella classe 0 – 4 anni, e l’11% è sotto i sei mesi di età. Si osservano sette ricoverati fra i 5 e gli 11 anni e sei sopra i 12 anni, di cui quattro non vaccinati.

In terapia intensiva per la prima volta da oltre un mese troviamo bambini ricoverati PER COVID. Si tratta di due maschi uno della classe 0 – 4 e l’altro della classe 12 – 18 non vaccinato e con comorbidità.

Un altro bambino di 12 anni non vaccinato è in terapia intensiva CON COVID.

L’andamento dei dati in pediatria si conferma difficilmente prevedibile. Un calo stabile e continuo sia dei CON che dei PER COVID e nessun caso nelle terapie intensive da un mese, faceva pensare a un trend in discesa progressivo. Ma i dati di questa settimana smentiscono tale andamento, anche se è lecito pensare ad una parentesi in occasione delle vacanze pasquali.

Mentre continua il maggior carico per i bambini più piccoli, questa settimana osserviamo un aumento anche fra i più grandi, nelle classi dove l’epidemia sembrava aver frenato bruscamente.

D) Focus parti – 8 ospedali

Negli 8 ospedali partecipanti hanno partorito 255 donne di cui 20 (7,8%) con infezione da SARS-COV-2.

Complessivamente le donne vaccinate sono il 64,7%

La quota di vaccinate fra le donne senza infezione da SARS-COV-2 è il 63%

La quota di vaccinate fra le donne con infezione da SARS-COV-2 è l’85%

Nessuna delle donne con infezione aveva sintomatologia da COVID in atto.

Nessun neonato ha contratto l’infezione

Contrariamente alle due settimane precedenti oggi si registra un aumento proporzionale di casi dal 3,8% al 7,8% delle partorienti.

Non cambia di molto la proporzione delle donne vaccinate in totale e nel gruppo delle donne senza infezione permanendo non ottimale. Si conferma una maggiore percentuale di donne vaccinate fra quelle con infezione da SARS COV-2, tale dato che continua a manifestarsi da diverse settimane sorprende, anche se è riferito a numeri bassi.

Sembrano ancora necessari interventi informativi e counselling da parte dei medici curanti e dei ginecologi per arrivare a coperture vaccinali ottimali.

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