Report Ospedali sentinella -29 marzo 2022

Report rilevazione ospedalizzati per COVID del 29/3/2022

La rilevazione N. 20 sui ricoverati per COVID-19 del 29/3/2022 include 19 nosocomi generalisti e quattro pediatrici. Al focus sulle partorienti hanno contribuito 8 nosocomi.

I dati sono stati raccolti alle ore 8,00 del 29/3/2022 e sono relativi ai pazienti presenti sia nei reparti ordinari che nelle terapie intensive.

I pazienti ricoverati per COVID sono distinti dai pazienti ricoverati con COVID, con la seguente definizione operativa:

Ricoverati PER COVID = pazienti con infezione da SARS-COV-2 con segni clinici, laboratoristici e radiografici di interessamento delle basse vie aeree

Ricoverati CON COVID = pazienti con infezione accertata da SARS-COV-2, senza segni clinici, radiografici e laboratoristici di interessamento polmonare, il cui ricovero è determinato da altre patologie

Ricoverati totali adulti (età 18 e oltre) – 19 ospedali

Complessivamente i pazienti adulti ricoverati (PER COVID + CON COVID) sia in reparto ordinario che in terapia intensiva sono 1106 in aumento rispetto alla settimana precedente (+8,6%) con la distribuzione che segue.

A1) Pazienti ricoverati PER COVID nei reparti di area medica, incluse le terapie sub intensive ed escluse le terapie intensive – 19 ospedali

Totale 460 (43,8% dei ricoverati in area COVID)

Femmine 41,9%            Maschi 58,1%

Range di età 18 – 99 anni

 % sul totaleEtà media pond.Comorbidità
Vaccinati70,4%76,985,2%
Non vaccinati29,6%71,173,5%

Vaccinati da meno di 120 giorni 55,4%

Vaccinati da 120 giorni e oltre 44,6%

A2) Pazienti ricoverati CON COVID nei reparti di area medica, incluse le terapie sub intensive ed escluse le terapie intensive – 19 ospedali

Totale 589 (56,1% dei ricoverati in area COVID)

Femmine 47,9% Maschi 52,1%

 % sul totaleEtà media pond.
Vaccinati80,6%73,9
Non vaccinati19,4%69,7

B1) Pazienti ricoverati PER COVID in terapia intensiva – 19 ospedali    

Totale 28 (49,1% dei ricoverati in area TI COVID)

Femmine 28,6%            Maschi 71,4%

 % sul totaleEtà media pond.ComorbiditàRange età
Vaccinati67,8%69,9100%50 – 82
Non vaccinati32,2%68,177,8%47 – 85

Vaccinati da meno di 120 giorni 52,6%

Vaccinati da 120 giorni e oltre 47,4%

Vaccinati con tre dosi 13

B2) Pazienti ricoverati CON COVID in terapia intensiva – 19 ospedali

Totale 29 (50,9% dei ricoverati in area TI COVID)

Femmine 31%   Maschi 69%

 % totaleEtà media pond.
Vaccinati86,2%66,5
Non vaccinati13,8%50,2

40% con ciclo vaccinale completato da meno di 120 giorni

Terza dose di vaccino 19 soggetti

Commento e Interpretazione dei dati

Anche questa settimana si registra un aumento dei casi totali (+ 8,6%). Tuttavia l’aumento è meno marcato rispetto a quello registrato nella rilevazione precedente (+10,6%) e riguarda solo i ricoveri ordinari.  

In ordinario l’aumento è maggiore fra i ricoveri CON COVID (+13%) mentre fra i PER COVID si limita al 5%.

La percentuale di donne ricoverate permane di poco sopra al 40%. La percentuale dei vaccinati con ciclo completo continua a essere piuttosto alta (70,4%). Si conferma anche un’alta proporzione di vaccinati da meno di 120 giorni.

Le comorbidità fra i vaccinati permangono nettamente al di sopra dell’80% e sono alte anche fra i non vaccinati.

La differenza di età fra vaccinati e non, questa settimana è di oltre 5 anni.  

Cresce la prevalenza dei pazienti CON COVID che rappresentano il 56,1% dei ricoverati in ordinario in area COVID, ormai attestandosi come l’impegno principale dell’assistenza in questa area. La quota dei vaccinati è superiore all’80% in questo gruppo, mentre permane una differenza di età fra vaccinati e non.

In Terapia intensiva la situazione è diversa. Il numero dei pazienti PER COVID è diminuito del 22,2% rispetto alla settimana scorsa. Anche nelle terapie intensive COVID non è più questo il gruppo più numeroso (49,1% dei degenti)

La quota di donne si abbassa ulteriormente rispetto alla settimana passata (28,6%).

La proporzione dei vaccinati è in netto aumento attestandosi al 67,8%.  Ma il 100% di essi presenta comorbidità rilevanti. Fra i non vaccinati tale condizione è del 77,8%.

L’età media dei non vaccinati si avvicina a quella dei vaccinati, pur permanendo più bassa.

Il 52,6% dei vaccinati lo è da meno di 120 giorni, mentre le persone vaccinate con terza dose salgono a 13.

Aumenta il gruppo dei ricoverati CON COVID in terapia intensiva (+6 unità) diventando il gruppo più numeroso all’interno delle terapie intensive COVID.

In questo gruppo si conferma una netta maggioranza di vaccinati (86,2%).  

Si nota anche questa settimana una cospicua presenza di soggetti vaccinati con terza dose (19), risulta evidente che si tratta di una popolazione particolare, con difese immunitarie compromesse per motivi diversi.

Le indicazioni principali dell’attuale rilevazione possono essere così sintetizzate.

  1. Si conferma un ritorno alla crescita dei ricoverati, ma più lento rispetto alla settimana precedente ed esclusivamente a carico dei ricoveri in ordinario. Questa settimana si registra un aumento dei ricoverati totali e di quelli in ordinario PER COVID e CON COVID, questi ultimi aumentano proporzionalmente e costituiscono ormai una maggioranza sempre più netta dei ricoverati in ordinario in area COVID.

I ricoverati in terapia intensiva invece diminuiscono fra i PER COVID ed aumentano leggermente fra i CON COVID. Questi andamenti incrociati ribaltano i dati precedenti e i CON COVID diventano la componente maggiore anche nelle terapie intensive oltre che in ordinario.

L’aumento delle infezioni sembra aver un impatto limitato sui ricoveri in ordinario e praticamente assente sulle terapie intensive.

Nelle classi di età pediatriche c’è un andamento altalenante non adeguatamente valutabile. Si sta verificando un aumento dei ricoverati CON COVID mentre i PER COVID sono stabili. Anche nelle aree pediatriche i CON COVID costituiscono la maggioranza dei ricoverati (vedi dopo).

  • Il lento progressivo aumento della proporzione di vaccinati fra i ricoverati rinforza l’ipotesi di una non corretta tempistica della vaccinazione per alcuni di essi. Una quota di ricoveri fra i vaccinati può essere recuperata guadagnando in tempestività nella somministrazione del booster.

Risulta ancora più evidente il problema fondamentale dei comorbidi, spesso destinati alle terapie intensive pur se protetti dalla vaccinazione. Anche fra i non vaccinati questa tipologia di pazienti risulta molto facilmente colpita anche da sintomatologia importante, ed è da recuperare alla vaccinazione.

I punti principali già indicati nei precedenti report e confermati dalla presente rilevazione sono:

  1.  Il minor burden a carico della popolazione femminile, e in particolare la netta differenza di proporzioni nelle intensive, depone per una minore suscettibilità delle donne verso le forme gravi.
  • La predisposizione dei pazienti con comorbidità costituisce un tema prioritario. Tale dato è ormai eclatante, il 100% dei vaccinati in terapia intensiva presentano comorbidità e in ordinario solo il 15% dei pazienti ne era libero.  Si ribadisce l’estrema importanza di interventi di prevenzione primaria per le persone con comorbidità che, pur se coperte da dosi adeguate di vaccino, possono andare incontro a quadri di COVID gravi. Inoltre sono necessarie campagne informative dirette alle persone fragili che non si sono mai vaccinate. È possibile che una quota di disinformazione possa aver giocato nel rifiuto della vaccinazione per questi soggetti, il cui rischio è nettamente più alto.
  • I dati attuali confermano che la protezione vaccinale è rispettivamente crescente verso: l’infezione, l’ospedalizzazione, la terapia intensiva. Le differenze fra vaccinati e non sono evidenti nelle terapie intensive dei ricoverati PER COVID, meno nette fra i ricoverati PER COVID in ordinario, in cui, anche se la percentuale più alta è dei vaccinati, si è molto distanti dalla numerosità rispettiva delle due popolazioni di origine, mentre fra i ricoverati CON COVID ci si avvicina progressivamente alle proporzioni attese delle due categorie rispetto ai rispettivi bacini di popolazione di provenienza, pur rimanendone ancora distanti.
  • L’età dei ricoverati è mediamente più alta fra i vaccinati in tutti i gruppi. Le ipotesi fatte precedentemente circa le ragioni di questo restano aperte (interferenza dell’età sulla protezione vaccinale, collinearità fra età e comorbidità, diversa composizione per età delle due popolazioni).
  • La preponderanza dei casi CON COVID sia in area medica che nelle intensive, testimonia l’efficacia della protezione vaccinale da un lato e dall’altro la minor aggressività del virus attualmente circolante, determinando un aspetto nuovo dell’epidemia, rispetto al quale occorre organizzare adeguatamente l’assistenza. Come già più volte affermato, anche la corretta interpretazione epidemiologica dell’impatto della pandemia deve tenere in conto questo aspetto.

C) Ricoveri pediatrici – 5 ospedali

Complessivamente sono 75 i pazienti sotto i 18 anni ricoverati PER o CON COVID di cui due casi di MIS-C e una bambina in terapia intensiva.

Anche in queste classi di età si registra, a differenza della settimana precedente, un aumento del numero complessivo dei ricoverati, (+22,9%). I PER COVID in ordinario sono stabili (-1). Le femmine questa settimana sono in minoranza (33,3%). La classe di età più colpita come sempre è quella fra 0 e 4 anni, la cui proporzione è stabile rispetto alla settimana passata (69,7%), mentre la quota dei più piccoli (fra 0 e sei mesi) è in leggera decrescita (27,3% del totale, 5 punti al di sotto della scorsa rilevazione).

È stabile anche il numero dei soggetti della classe di età fra i 5 e gli 11 anni: 7 e si registrano 3 casi di cui due non vaccinati fra i ragazzi sopra i 12 anni.

Dei 9 bambini di età fra 0 e 6 mesi uno ha entrambi i genitori non vaccinati e tre la madre non vaccinata. Nessuno dei ricoverati presenta comorbidità rilevanti. Sono stati riportati due casi di MIS-C.

I bambini ricoverati CON COVID sono 41, in aumento e costituiscono per la prima volta la maggioranza dei ricoverati in area COVID pediatrica. Il 39% è nella classe 0 – 4 anni, un pari numero si osserva fra i 5 e gli 11 anni e 9 sono i casi sopra i 12 anni, 4 dei quali non vaccinati.

In terapia intensiva PER COVID è ricoverata una sola bambina fra 0 e 4 anni di età che presenta comorbidità rilevanti.

L’aumento dei casi è dovuto esclusivamente alla componente CON COVID.

Il dato continuamente altalenante che registriamo nel corso delle settimane in pediatria non consente di fare valutazioni appropriate dei trend. Tuttavia il fenomeno dell’aumento cospicuo dei CON COVID fa pensare alla necessità di organizzare anche nei reparti pediatrici i necessari assestamenti delle degenze rispetto ai nuovi profili di patologia che si presentano. 

Permane la situazione critica per i bambini più piccoli, da proteggere maggiormente attraverso la vaccinazione dei genitori. Infatti, che il COVID provochi quadri di maggior impegno nei bambini più piccoli è testimoniato anche dalle diverse proporzioni di soggetti della classe 0-4 anni nei PER COVID rispetto ai CON COVID in cui le numerosità delle varie classi d’età sono più vicine.

Fra i ragazzi sopra i 12 anni ricoverati la proporzione di vaccinati continua ad essere insoddisfacente.

D) Focus parti – 8 ospedali

Negli 8 ospedali partecipanti hanno partorito 251 donne di cui 18 (7,2%) con infezione da SARS-COV-2. Complessivamente le donne vaccinate sono il 62,9%

La quota di vaccinate nelle donne senza infezione da SARS-COV-2 è il 61,8%

La quota di vaccinate nelle donne con infezione da SARS-COV-2 è il 77,8%

Nessuna delle donne con infezione aveva sintomatologia in atto.

Nessun neonato ha contratto l’infezione

La progressiva diminuzione di casi di infezione osservata nelle settimane precedenti si è arrestata, si registra un aumento delle donne con infezione passando dal 3,4% al 7,2%.

Inoltre occorre segnalare che la proporzione delle donne vaccinate in totale e nel gruppo delle donne senza infezione è diminuita ed è comunque non ottimale. Tale proporzione si è alzata invece fra le donne che hanno contratto l’infezione, ma i numeri piccoli non sono significativi.

C’è ancora molto da fare per arrivare a numeri ottimali, occorrono interventi informativi e counselling da parte dei medici curanti e dei ginecologi.

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