Report Ospedali sentinella – 8 febbraio 2022

Report rilevazione ospedalizzati per COVID del 8/2/2022

La rilevazione N. 13 sui ricoverati per COVID-19 del 8/2/2022 include 19 nosocomi generalisti e quattro pediatrici.

Si è mantenuto il focus sulle partorienti con la partecipazione di 8 nosocomi.

I dati sono stati raccolti alle ore 8,00 del 8/2/2022 e sono relativi ai pazienti presenti sia nei reparti ordinari che nelle terapie intensive.

I pazienti ricoverati per COVID sono distinti dai pazienti ricoverati con COVID, con la seguente definizione operativa:

Ricoverati per COVID = pazienti con infezione da SARS-COV-2 con segni clinici, laboratoristici e radiografici di interessamento delle basse vie aeree

Ricoverati con COVID = pazienti con infezione accertata da SARS-COV-2, senza segni clinici, radiografici e laboratoristici di interessamento polmonare, il cui ricovero è determinato da altre patologie

È stata raccolta la data dall’ultima vaccinazione (meno di 120 giorni e oltre 120 giorni) ma alcuni ospedali, limitatamente ai ricoveri ordinari, non sono stati in grado di rilevarlo.

Ricoverati totali adulti (età 18 e oltre) – 19 ospedali

Complessivamente i pazienti ricoverati (PER COVID + CON COVID) sia in reparto ordinario che in terapia intensiva sono 2.025 in ribasso rispetto alla settimana precedente (2.103) con la distribuzione che segue.

A1) Pazienti ricoverati per COVID nei reparti di area medica, incluse le terapie sub intensive ed escluse le terapie intensive – 19 ospedali

Totale 1.120 (61% dei ricoverati in area COVID)

Femmine 45%   Maschi 55%

Range età: 22 – 99

 % sul totaleEtà media pond.Comorbidità
Vaccinati57%75,487%
Non vaccinati43%70,769%

Dei 612 pazienti per cui l’informazione sul tempo dall’ultima vaccinazione è stato rilevato risultano:

Vaccinati da meno di 120 giorni 52%

Vaccinati da 120 giorni e oltre 48%

A2) Pazienti ricoverati con COVID nei reparti di area medica, incluse le terapie sub intensive ed escluse le terapie intensive – 19 ospedali

Totale 725 (39% dei ricoverati in area COVID)

Femmine 50%   

 % sul totaleEtà media pond.
Vaccinati76%72,2
Non vaccinati24%67,2

B1) Pazienti ricoverati per COVID in terapia intensiva – 19 ospedali

Totale 137 (76% dei ricoverati in area TI COVID)

Femmine 23%   Maschi 77%

 % sul totaleEtà media pond.Range di etàComorbidità
Vaccinati36%65,539 – 8596%
Non vaccinati64%63,330 – 8559%

Vaccinati da meno di 120 giorni 44%

Vaccinati da 120 giorni e oltre 56%

B2) Pazienti ricoverati con COVID in terapia intensiva – 19 ospedali

Totale 43 (24% dei ricoverati in area TI COVID)

Femmine 32%   Maschi 68%

 % totaleEtà media pond.
Vaccinati(63%)68,2
Non vaccinati(37%)63,6

18 soggetti con terza dose di vaccino

48% con ciclo vaccinale completato da meno di 120 giorni

Commento e Interpretazione dei dati

Il totale dei pazienti ricoverati COVID è diminuito di un ulteriore 3,7% in reparto ordinario e del 8,3% in terapia intensiva rispetto alla settimana precedente.

La tendenza in calo è confermata ed appare evidente, anche se non si può ancora parlare di crollo.

In regime ordinario fra i ricoverati PER COVID si nota un calo del 7,3%, la quota di donne appare pressoché stabile, mentre si continua ad osservare un aumento della quota dei vaccinati con ciclo completo. Sale anche la proporzione dei vaccinati da meno di 120 giorni.

È confermata una percentuale altissima di comorbidità fra i vaccinati in area medica, che scende invece leggermente fra i non vaccinati pur restando consistente. Si mantiene una differenza di età fra vaccinati e non di circa 5 anni.

Continua la crescita dei ricoverati CON COVID che è di livello maggiore di quella registrata la settimana precedente (+3,7%). Questo gruppo rappresenta ormai il 39% dei ricoverati in area COVID. Come nella rilevazione precedente il numero di donne e uomini è pari, a differenza dei ricoverati PER COVID. Sale ancora la quota dei vaccinati si conferma una differenza di età fra vaccinati e non che forse rispecchia la composizione per età di vaccinati e non nella popolazione generale.

In Terapia intensiva il decremento fra i PER COVID è ormai netto, maggiore anche di quello osservato la settimana precedente (-16,4%) e la quota di donne si riduce ulteriormente ed arriva appena al 23%. I vaccinati sono stabilmente al 36% in questo tipo di ricoveri e si può dire che tutti o quasi sono affetti da una o più comorbidità (96%). Nettamente diversa la quota di comorbidità fra i non vaccinati (59%). Il 44% dei vaccinati lo è da meno di 120 giorni e si contano 27 persone con terza dose fatta.

Anche in terapia intensiva cresce il numero di ricoverati CON COVID e rappresenta il 24% dei ricoverati in tali reparti, aumenta dunque di 8 punti percentuali rispetto alla settimana scorsa. Anche in questo caso, come in ordinario sono maggiormente rappresentati i vaccinati, ben 18 dei quali con terza dose.  

Alla dodicesima rilevazione di FIASO si confermano ormai in modo definitivo alcuni punti, già profilati la settimana passata, ma resi ancor più evidenti dalla costanza con cui vengono registrati.

  1. L’epidemia è in calo costante, anche se lento in quanto a ricoveri in area medica ma fortunatamente decisamente più rapido in terapia intensiva.
  • In terapia intensiva c’è un calo nettissimo fra le donne e fra le persone sane (la quasi totalità dei vaccinati presenta comorbidità). Mentre l’estrema differenza fra i sessi depone per una minore suscettibilità delle donne verso le forme gravi, pur essendo l’infezione equamente ripartita fra i due sessi secondo i dati nazionali.
  • È evidente la protezione vaccinale rispettivamente crescente verso: l’infezione, l’ospedalizzazione, la terapia intensiva. Le differenze fra vaccinati e non sono molto evidenti nelle terapie intensive dei ricoverati PER COVID, meno nette fra i ricoverati PER COVID in ordinario, ma sempre assai distanti dalla numerosità rispettiva delle due popolazioni, mentre fra i ricoverati CON COVID ci si avvicina alle proporzioni attese delle due categorie rispetto ai rispettivi bacini di popolazione di provenienza, rimanendone tuttavia lontani.
  • L’età dei ricoverati è mediamente più alta di circa 5 anni fra i vaccinati. Poiché osserviamo tale fenomeno sia fra i ricoverati PER COVID che CON COVID. Le ragioni di questo possono essere molteplici: l’ipotesi che l’età sia un fattore interferente con la protezione vaccinale, la collinearità fra età e comorbidità, ma anche la possibile diversa distribuzione di tale variabile nelle popolazioni dei vaccinati e dei non vaccinati.
  • Un elemento fondamentale è l’osservazione del diverso andamento dei ricoverati PER e CON COVID. Ormai questi ultimi sono il 40% dei ricoverati in area COVID e il 24% in terapia intensiva (il cui numero è triplicato in due settimane) non si può più quindi considerare un fenomeno marginale. La necessità di mettere in atto gli interventi opportuni per l’organizzazione degli ospedali rispetto a tale fenomeno, già da tempo segnalata da FIASO, diventa molto stringente. Come già affermato precedentemente anche la corretta interpretazione epidemiologica dell’impatto della pandemia deve tenere in conto questa dinamica.
  • Si conferma in modo lampante l’importanza della fragilità nel determinare i ricoveri specie in terapia intensiva ma non solo. Se questo indica da una parte la priorità di un intervento vaccinale verso i fragili non vaccinati, dall’altra segnala la necessità di proteggere con interventi di prevenzione primaria le persone con comorbidità che, pur se coperte da dosi adeguate di vaccino, possono andare incontro a quadri di COVID gravi.

C) Ricoveri pediatrici – 7 ospedali

Anche per i ricoveri pediatrici si sono distinti i pazienti ricoverati PER COVID e CON COVID sia in reparti ordinari che in terapia intensiva.

Complessivamente sono 110 i pazienti sotto i 18 anni ricoverati PER o CON COVID di cui 8 in terapia intensiva, e 7 pazienti con MIS-C.

Anche in queste classi di età si registra una diminuzione dei ricoverati (-11%).

Nei reparti ordinari i ricoverati PER COVID sono 68 (calo del 17%)  il 45% femmine e il 55% maschi. Il 65% è nella classe di età 0-4 anni e di questi la metà ha meno di 6 mesi di vita.

Diminuiscono i soggetti nella classe 5-11 ammontando a 15 in questa rilevazione e se ne contano 9 nella classe 12 – 18 di cui 4 non vaccinati.

Dei 22 bambini sotto i sei mesi, 3 hanno entrambi i genitori non vaccinati e altri 5 la madre non vaccinata.

Il 25% dei bambini presenta comorbidità rilevanti

I bambini ricoverati CON COVID sono 34, 16 nella classe 0 – 4 anni, 10 fra i 5 e gli 11 anni e 8 sopra i 12 anni di cui 5 non vaccinati.

In terapia intensiva troviamo 6 bambini PER COVID. 4 femmine. 5 della classe di età 0 – 4 e 1 della classe 5 – 11.  Un bambino sotto i 6 mesi ha entrambi i genitori non vaccinati. Quattro di questi bambini hanno comorbidità rilevanti.

Due bambine sono in terapia intensiva CON COVID ricoverate per altri motivi.

Torna a scendere il numero di bambini ricoverati PER COVID (-17%). Si nota che la classe dei più piccoli è quella maggiormente colpita.

I casi CON COVID sono stabili.

Anche la situazione in terapia intensiva è stabile e si conferma la classe d’età 0 – 4 anni come la più colpita.

Di notevole abbiamo un aumento dei ricoverati fra 0 e 6 mesi che rappresentano il 32% dei ricoverati, di questi una quota piccola ma non trascurabile ha entrambi i genitori non vaccinati, Si segnala anche il costante rilievo di una bassa quota di vaccinazione nella classe 12 – 18 (intorno al 50%). 

D) Focus parti – 8 ospedali

Negli 8 ospedali partecipanti hanno partorito 236 donne di cui 24 (10,2%) con infezione da SARS-COV-2.  

La quota di vaccinate nelle donne senza infezione da SARS-COV-2 è il 50,5%

La quota di vaccinate nelle donne con infezione da SARS-COV-2 è il 41,7%

Nessuna delle donne con infezione aveva sintomatologia in atto.

Un neonato, figlio di una donna positiva non vaccinata, ha contratto l’infezione

È diminuita nettamente la proporzione di donne che partorisce con infezione da SARS-COV-2 passando dal 26% al 10%. La causa di questa diminuzione è riferibile al minor impatto attuale della pandemia, dal momento che le percentuali delle vaccinate sia fra le donne con infezione, sia fra le altre è diminuita rispetto alla settimana precedente.

Si conferma l’elevata quota di non vaccinate fra le donne a termine di gravidanza e la possibilità non eccezionale di trasmettere l’infezione al neonato, pur in assenza di sintomi. 

Si ribadisce l’opportunità di campagne informative e counselling da parte dei medici curanti e dei ginecologi.

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