Programma nazionale esiti. Migliore: “Sanità in ripresa ma per intervenire sulle liste d’attesa servono nuove regole e più flessibilità”

Occorre sostituire il tetto di spesa sul personale, fermo al 2004, con strumenti che consentano effettivamente al management di valorizzare la qualità dei professionisti. Così il presidente della Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere che è intervenuto oggi a Roma alla presentazione del rapporto Agenas

Si sono riavvicinati ai livelli prepandemici i ricoveri e le attività chirurgiche negli ospedali italiani nel 2022. “I dati del Programma nazionale esiti fotografano una sanità post-pandemia in ripresa”, commenta il presidente della Fiaso, Giovanni Migliore, che questa mattina è intervenuto a Roma alla presentazione del rapporto Agenas.   

“Il Programma nazionale esiti non è uno strumento per fare classifiche – ha detto – ma una piattaforma di analisi del servizio sanitario nazionale che di anno in anno diventa più preciso e utile. Non bisogna cadere nella tentazione di farne uno strumento per penalizzare ulteriormente le realtà che hanno più difficoltà. Perché è vero che c’è una generale ripresa delle attività negli ospedali ma va sottolineato che ci sono differenze territoriali e spesso anche tra aziende dello stesso territorio. Il Programma ci aiuta a metterle in evidenza e ci indica dove concentrare gli sforzi”.

Nonostante l’aumento dei volumi di attività registrato nell’ultimo anno, la pandemia ha lasciato il segno con una riduzione dell’attività ospedaliera stimata sui volumi del 2019 pari a 3 milioni e 800 mila ricoveri. E c’è tutto il tema delle liste d’attesa da aggredire, per cui è previsto uno stanziamento nella prossima legge di bilancio di circa 560 milioni.

“Occorre intervenire con coraggio – ha concluso il presidente Fiaso, Migliore – sulle modalità di erogazione delle prestazioni e sul coinvolgimento del personale sanitario. Per abbattere le liste d’attesa con le regole attuali servirebbe più personale. Occorre cambiare rotta, cambiando le norme sull’organizzazione del lavoro e sostituendo il tetto di spesa sul personale, che non aiuta il sistema a migliorare ed è fermo al 2004. Bisogna prevedere strumenti che consentano effettivamente al management di valorizzare la qualità dei professionisti”.

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